9.5 Volontariato, produzione e consumo ambientali
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Il principale programma governativo a sostegno del volontariato verde è il Servizio civile ambientale (SCA) gestito dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale (Cfr. 2.4).
Nato nel 2021 da un protocollo di intesa interministeriale e da un successivo programma quadro, mira a preparare i giovani ad affrontare le sfide della rivoluzione verde e della transizione ecologica. Rappresenta inoltre uno strumento attuativo della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica (Cfr. 9.1 e 9.2).
Il programma prevede la partecipazione di giovani tra i 18 e i 28 anni, in progetti di durata da 8 a 12 mesi finalizzati a impegnare i volontari in attività comprese nell’ambito delle Strategie nazionali, regionali e locali per lo sviluppo sostenibile, tra le quali attività di educazione ambientale, divulgazione e promozione di modelli di produzione e consumo sostenibili, ecc.
Gli operatori volontari che hanno partecipato al programma sono stati 441 nel 2022, e 2.200 nel 2023. Nel 2024, si prevede la partecipazione di 2.358 giovani in 54 programmi di intervento con uno stanziamento di oltre 15 milioni di euro provenienti dal Fondo nazionale per il Servizio civile universale (Cfr. 2.4).
In Italia esiste inoltre una rete di circa 80 organizzazioni di volontariato operanti per la salvaguardia dell’ambiente. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica cura l’elenco delle associazioni di protezione ambientale riconosciute ai sensi dell’Art. 13 della Legge 349/1986.
Alcune tra le maggiori associazioni che offrono possibilità di svolgere attività di volontariato ambientale (autonomamente o all’interno del Servizio civile ambientale) sono:
Nonostante a livello nazionale esistano diverse politiche che favoriscono la diffusione di pratiche di consumo sostenibili, nessuna di esse è unicamente rivolta ai giovani, favorendo piuttosto un approccio intergenerazionale.
Uno dei progetti che punta a diffondere la conoscenza riguardante il consumo sostenibile è Saper(e) consumare. Si tratta di un progetto interdisciplinare nato dalla collaborazione tra Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Ministero del Made in Italy (allora Ministero dello Sviluppo Economico) e Invitalia (Agenzia nazionale per lo sviluppo, del Ministero dell'Economia) che si propone di orientare la popolazione verso un modello di economia circolare e di consumo sostenibile.
Anche a livello locale stanno nascendo vari progetti finalizzati, inter alia, alla riduzione del consumo della plastica e all’incremento della mobilità sostenibile. Il Comune di Firenze, ad esempio, tramite il piano “Pedala, Firenze ti premia” punta ad incrementare l’utilizzo delle biciclette all’interno dell’area urbana, diminuendo l’inquinamento ed il traffico. Il Comune di Roma, invece, oltre a prevedere tariffe agevolate per studenti e giovani, permette agli abbonati al sistema di trasporto pubblico locale di usufruire gratuitamente di mezzi di micro-mobilità con i servizi in sharing di monopattini ed e-bike. Il Comune di Roma ha inoltre trasformato alcune fontanelle romane in “Case dell’acqua”, un progetto che coniuga sostenibilità e innovazione. Le Case dell’acqua sono fontanelle hi-tech, dove è possibile bere gratuitamente acqua potabile liscia e frizzante, ricaricare tablet e smartphone, e consultare informazioni di pubblica utilità attraverso display digitali.
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