6.5 Mobilità transfrontaliera
In questa pagina:
- Quadro politico
- Principali programmi di mobilità internazionale per studenti (educazione formale)
- Promozione della mobilità nel contesto dell’educazione non formale e dell’animazione socioeducativa
- Garanzia di qualità
L’ opportunità di mobilità per l’apprendimento e il lavoro oltre frontiera, è incentivata in Italia attraverso il ricorso a programma europei che vengono utilizzati da Istituti Scolastici, enti di formazione, enti locali, associazioni di categoria e associazioni. La normativa scolastica italiana sostiene le esperienze di studio all’estero e regolamenta il riconoscimento degli studi effettuati all'estero ai fini della riammissione nella scuola italiana. Il Ministero dell'Istruzione ha emesso più note per inquadrare tali esperienze di cross border education nel percorso formativo.
La Comunicazione prot. n. 2787 /R.U./U 20 aprile 2011 del Dipartimento per l’Istruzione - DG Ordinamenti Scolastici e Autonomia Scolastica Titoli di studio conseguiti all’estero, chiarisce che i partecipanti a programmi di mobilità individuale non hanno bisogno di certificati di equipollenza (in quanto questa si riferisce a titoli di studio finali conseguiti in scuole estere). Considerato il significativo valore educativo delle esperienze di studio compiute all’estero e l’arricchimento culturale della personalità dello studente che ne deriva, si invitano le istituzioni scolastiche a facilitare per quanto possibile, nel rispetto della normativa del settore, tale tipologia educativa.
La nota n. 843/2013 Linee di indirizzo sulla mobilità studentesca internazionale individuale è volta a facilitare le scuole nell'organizzazione di attività finalizzate a sostenere sia gli studenti italiani partecipanti a soggiorni di studio e formazione all’estero sia gli studenti stranieri ospiti dell’istituto".
Principali programmi di mobilità internazionale per studenti (educazione formale)
In Italia, il principale programma di borse di studio per la mobilità transfrontaliera degli studenti è il Fondo Giovani che si concentra principalmente sulla situazione socioeconomica degli studenti. Gli istituti di istruzione superiore possono avere un certo grado di autonomia nella definizione dei criteri di ammissibilità per le borse di mobilità e la popolazione studentesca di destinazione. La normativa base per mobilità internazionale degli studenti è inserita nel Testo Unico della Scuola (art. 192 del DL 297/1994 e ss.mm.ii.). Il testo più recente è la Nota sulla mobilità individuale indirizzata ai Direttori degli Uffici Scolastici regionali e che raccoglie le linee di indirizzo per la mobilità internazionale degli studenti. Il Ministero dell’Istruzione riconosce le esperienze di studio fatte in un Paese straniero come parte integrante del percorso di studio in Italia. Quindi la permanenza fuori dall’Italia non è considerata un anno perso all’interno del percorso formativo: non si devono sostenere esami di idoneità (esami a settembre) e, al termine dell’esperienza all’estero, lo studente è riammesso nella sua classe di appartenenza in Italia.
Il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) contribuisce a definire e attuare le politiche di formazione professionale dell’UE. Monitora le tendenze del mercato del lavoro e aiuta la Commissione europea, i paesi dell’UE, le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati a far corrispondere l’offerta di formazione alle esigenze del mercato del lavoro. In tema di apprendistato e mobilità internazionale, secondo Cedefop la mobilità transnazionale non è considerata una priorità nelle agende delle Regioni italiane. Per andare in questa direzione, dovrebbero essere adottate due misure: aumentare le risorse finanziarie e rafforzare il coinvolgimento dei datori di lavoro e degli enti erogatori di formazione. I dati mostrano bassi livelli di partecipazione degli apprendisti nel programma di mobilità Erasmus. Non esistono dati empirici che indichino quali fattori consentano o disattivino la mobilità degli apprendisti. Tuttavia, alcuni di essi sono deducibili dalla struttura e dall'organizzazione dell'apprendistato. Poiché l'apprendistato è un contratto di lavoro, tutti gli aspetti legati al diritto del lavoro (prestazioni assicurative per infortuni e infortuni sul lavoro, malattie professionali, motivi di salute, maternità, etc.) rappresentano un ostacolo per la mobilità, in quanto i relativi costi sono ripartiti tra diverse imprese in diversi paesi. Inoltre, in particolare per il programma di apprendistato di primo livello, manca ancora un riconoscimento reciproco tra gli Stati membri. Le future azioni dovrebbero poter migliorare e sviluppare la mobilità degli apprendisti, come: (a) promuovere una campagna di comunicazione per famiglie, apprendisti, fornitori di VET (Vocational Education and Training) e imprese; b) sostenere la partecipazione alla rete transnazionale per i fornitori di servizi di formazione e le imprese dell'EFTA (European Free Trade Association), volta a migliorare la mobilità degli apprendisti; c) sfruttare maggiormente il programma di mobilità Erasmus, inclusi i corsi di lingua straniera.
Esistono poi altri programmi per la mobilità internazionale in entrata e di livello universitario volti a stimolare la mobilità dei giovani. Le iniziative in tema di mobilità transfrontaliera rimandano ai programmi europei, Erasmus+ e Corpo Europeo di Solidarietà, e tutte le iniziative, attività, eventi e opportunità offerte dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. Nell’ambito dell’High School Program ITACA, programma riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, sono stati pubblicati bandi di concorso per borse di studio rivolte a studenti dai 14 anni ai 18 anni che frequentano tra il secondo e il quarto anno del ciclo delle scuole secondarie di secondo grado in Italia, allo scopo di consentire loro di partecipare e di frequentare un trimestre, un semestre o un intero anno scolastico all’estero.
Promozione della mobilità nel contesto dell’educazione non formale e dell’animazione socioeducativa
In questo campo si segnala l’iniziativa della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Fondazione CRUI volta ad attivare tirocini per studenti universitari. I tirocini della Fondazione CRUI si basano su programmi congiunti con prestigiosi enti ed istituzioni interessate ad ospitare giovani studenti universitari per un periodo di formazione on the job. Dal 2001, anno del primo Programma con il Ministero degli Affari Esteri, sono stati offerti oltre 18.000 posti di tirocinio, presentati in più di 150 bandi, con una ampia varietà di scelta per i candidati, sia per quanto riguarda la dislocazione geografica della sede di tirocinio, sia per le differenti tipologie di attività da svolgere e per le diversificate competenze richieste.
I tirocini e le esperienze svolte all’estero sono soggette alle normative del paese ospitante. Proprio al fine di uniformare la disciplina in materia di tirocini il 10 marzo 2014 l’Unione europea ha emanato la Raccomandazione del Consiglio su un quadro di qualità. Ad esempio, per i tirocini extracurricolari si raccomanda agli Stati Membri di applicare determinati principi: formalizzare un contratto scritto di tirocinio, stabilire obiettivi di apprendimento e di formazione e diritti e obblighi del tirocinante, garantire adeguate condizioni di lavoro, fissare una durata ragionevole (quella suggerita è di 6 mesi, salvo proroga finalizzata all’inserimento lavorativo), promuovere l’adeguato riconoscimento dei tirocini.
Negli ultimi anni l’Italia si è progressivamente allineata alle indicazioni europee. Si segnalano l’Accordo del 24 gennaio 2013 tra il Governo, le Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, sul documento recante Linee-guida in materia di tirocini, l’ultimo documento approvato è l’Accordo del 25 maggio 2017 tra il Governo, le Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano relativo alle Linee guida in materia di tirocini formativi e di orientamento.
Allegati