3.6 Integrazione dei giovani nel mercato del lavoro
In questa pagina
- Misure per l'occupazione giovanile
- Misure di flessicurezza incentrate sui giovani
- Conciliazione della vita privata e lavorativa per i giovani
- Finanziamento di schemi/iniziative esistenti
- Garanzia di qualità
Misure per l'occupazione giovanile
L'occupazione giovanile è in Italia è incentivata attraverso misure diversificate, alcune delle quali strutturali, altre congiunturali. Esse includono la previsione di incentivi (sotto forma di sgravi contributivi) per le nuove assunzioni, la creazione diretta di nuova occupazione, il sostegno all’imprenditorialità [cfr. § 3.8-3.10], le politiche attive del lavoro e le misure di sostegno alla transizione scuola-lavoro, sviluppate in particolare tramite l’implementazione del programma europeo Garanzia giovani.
Incentivi all’assunzione
Gli incentivi all’assunzione sono i benefici normativi o economici riconosciuti ai datori di lavoro per l'assunzione di specifiche categorie di lavoratori, ritenuti svantaggiati sul mercato del lavoro. Il Repertorio nazionale degli incentivi riconosciuti è reperibile sui portali dell’ANPAL e ulteriori indicazioni sono fornite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Con riferimento ai giovani, specifica attenzione è data per esempio a: studenti che hanno terminato un periodo di alternanza o apprendistato, giovani NEET (tra i 16 e i 29 anni) iscritti al programma Garanzia giovani, giovani di età inferiore a 35 anni genitori di figli minori, giovani disoccupati che percepiscono la Naspi per l’assunzione in apprendistato professionalizzante, giovani che seguono specifici percorsi formativi [cfr. § 3.5].
Nella legge di bilancio 2020 è stato previsto il Bonus Assunzioni giovani. L’incentivo consentirà ai datori di lavoro che effettuano, nel corso del 2020, assunzioni a tempo indeterminato di giovani under 35, di beneficiare di uno sgravio, per 3 anni entro il limite di 3.000 euro l’anno, del 50% dei contributi INPS obbligatori a loro carico. Lo sgravio sarà del 100% se l’assunzione avviene al Sud e se riguarda le seguenti tipologie di nuovi assunti: studenti in alternanza/apprendisti “duali”; giovani e inoccupati al Sud; under 29 NEET, iscritti a Garanzia Giovani.
Particolarmente rilevanti sono gli incentivi all'assunzione che implicano la detassazione dei datori di lavoro fino a 3 anni, per facilitare l'accesso al lavoro dei giovani sotto i 35 anni, soprattutto delle donne.
Garanzia giovani
Il programma Garanzia Giovani è uno dei pilastri portanti delle politiche volte a favorire l’occupazione giovanile in Italia e a contrastare la disoccupazione dei NEET fino ai 29 anni. Il programma contempera due obiettivi: promuovere la formazione e l’inserimento nel mercato del lavoro anche tramite esperienze lavorative temporanee. Per questo, come precisato nel Piano di attuazione italiano della Garanzia per i Giovani (Italian Youth Guarantee Implementation Plan) e in linea con la Raccomandazione europea del 2013, ma ampliando la fascia d’età del target dei beneficiari da 25 a 19 anni, l’Italia garantisce ai giovani al di sotto dei 30 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale.
Le misure specifiche previste dal Programma sono: accoglienza, orientamento, formazione, accompagnamento al lavoro, apprendistato, tirocini, servizio civile, sostegno all’autoimprenditorialità, mobilità professionale all’interno del territorio nazionale o in Paesi UE, incentivi occupazionali per le imprese.
Per stabilire in modo opportuno il livello e le caratteristiche dei servizi erogati e aumentare la loro efficacia, si è scelto di introdurre in Garanzia Giovani un sistema di profiling che tenga conto della distanza dal mercato del lavoro, in un'ottica di personalizzazione delle azioni erogate sulla base di variabili, territoriali, demografiche, familiari e individuali.
La gestione di GG è assicurata tramite una governance multilivello, affidata a livello nazionale all’ANPAL [cfr. § 3.2], in qualità di autorità di gestione del PON (Programma Operativo Nazionale) Iniziativa occupazione giovani (PON IOG), e a livello regionale alle Regioni/PA di Trento in qualità di Organismi Intermedi del PON IOG e in qualità di promotrici di azioni complementari finanziate nell’ambito dei propri POR FSE oltre che con risorse regionali.
Misure di flessicurezza incentrate sui giovani
Le recenti riforme del mercato del lavoro italiano sono esplicitamente improntate alla logica della flexicurity [cfr. § 3.1.], e mirano a sostenere le transizioni lavorative, combinando misure di politica attiva (per es. servizi per l’impiego e corsi di formazione) con misure di sostegno del reddito. Si tratta di misure generalmente destinate a tutti i lavoratori, senza limitazioni d’età: esso non sono dunque specificatamente pensate per i giovani, benché in alcuni casi siano proprio i giovani ad esserne tra i target privilegiati.
Ai sensi del Jobs Act [cfr. § 3.1.], (anche) i giovani hanno il diritto di fruire dell'indennità mensile ordinaria di disoccupazione (NASPI), della alla Dis.Coll. (indennità mensile di disoccupazione destinata ai collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto, incluso dottorandi e assegnisti che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione), e delle altre misure di sostegno del reddito, se ne rispettano i requisiti di eleggibilità. Il diritto alle indennità si lega al dovere di entrare in contatto con i Centri per l’impiego ai fini della stipula del Patto di servizio personalizzato e della conseguente attivazione del percorso di reinserimento lavorativo.
Se percettori di un reddito inferiore a una determinata soglia, dall'età di 18 anni (anche) i giovani possono accedere al Reddito di Cittadinanza (RdC), uno schema di reddito minimo introdotto con decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 (subentrando al precedente REI – Reddito di inclusione), come misura di contrasto alla povertà e all’esclusione. Si tratta di un sostegno economico finalizzato ad integrazione dei redditi familiari, volto al contempo al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. La promozione del reinserimento lavorativo e dell’inclusione sociale è realizzata tramite il coinvolgimento dei Servizi per l’impiego ove si definisce il Patto per il lavoro nel quale si dichiara l’immediata disponibilità al lavoro e l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento; oppure, alternativamente, dei servizi sociali territoriali ove si definisce il Patto per l'inclusione sociale per i soggetti che per ragioni diverse (per es. inabilità al lavoro o presenza di specifici carichi di cura - bambini al di sotto dei tre anni; persone con disabilità grave o non autosufficienti) non sono occupabili. L'INAPP ha recentemente prodotto un rapporto dettagliato che valuta i risultati e gli effetti della misura.
L’Italia può accedere al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) che sostiene lavoratori e lavoratrici, anche autonomi, che hanno perso il lavoro a causa della globalizzazione o della crisi economica e finanziaria, ovvero della crisi dell’azienda presso cui lavoravano. Il FEG finanzia misure personalizzate di politica attiva per il lavoro, come ad esempio formazione e riqualificazione, orientamento e assistenza per la ricerca di un lavoro, promozione dell’imprenditorialità e assistenza al lavoro autonomo, oltre che alcune misure speciali di durata limitata (indennità per la ricerca di un lavoro, incentivi all'assunzione, indennità per la mobilità territoriale, indennità di soggiorno o di formazione o di integrazione salariale per chi partecipa ad attività di formazione e di apprendimento permanente). La richiesta di intervento è avanzata alla Commissione europea tramite l’ANPAL e su iniziativa delle Regioni o Province autonome in cui si verificano gli esuberi, in un’unica azienda o in uno stesso settore. A certe condizioni, una richiesta di intervento del FEG può affiancare alle misure per i lavoratori espulsi anche un piano di misure destinate ad un numero di NEET residenti nello stesso territorio in cui si è verificata la crisi, al massimo pari agli esuberi per i quali si è attivata la richiesta.
Al fine di favorire i giovani nel percorso di costituzione di un futuro trattamento pensionistico è stata introdotta la misura del Riscatto laurea Agevolato dal D.L. 4/2019. Il riscatto introdotto anche per giovani e inoccupati, prevede infatti un metodo di calcolo dell’onere più vantaggioso rispetto a quello ordinario. Indipendentemente dal reddito dell’interessato, il costo di un anno di riscatto è pari a 5.239,74 euro (15.878 euro x 33%). Per le ulteriori regole come la rateizzazione in un massimo di 10 anni e la deducibilità dell’onere valgono le disposizioni del D. Lgs. 184/1997. Ulteriori modifiche alla misura sono previste per l'anno 2020.
Conciliazione della vita privata e lavorativa per i giovani
L’obiettivo dell’equilibrio tra lavoro e vita è da tempo una priorità dell’agenda politica italiana. La legislazione nazionale è tesa a promuovere efficaci politiche di conciliazione e di pari opportunità, di equità di genere ed età, anche riequilibrando la divisione del lavoro produttivo e di cura ed assistenza. La materia è di pertinenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Dipartimento delle pari opportunità, del Dipartimento per le politiche della famiglia ed ha prodotto diversi provvedimenti normativi. Benché generalmente le norme introdotte non abbiano specifiche limitazioni d’età, in larga misura vedono i giovani tra i principali destinatari.
Il tema della conciliazione tra vita privata lavoro è anzitutto regolato dalle norme sui congedi di maternità, di paternità e parentali, ai sensi del Testo unico (D.lgs. 151/2001) e successivi aggiornamenti. Le recenti riforme del mercato del lavoro [cfr. § 3.1.] – sono intervenuti sul tema, ampliando le tutele per i genitori, per es. rafforzando il congedo di paternità, parentale, e di cura per i caregivers di persone con disabilità e non autosufficienza; favorendo il ricorso al lavoro part-time. Ciò con l’obiettivo di estendere in modo universalistico tali tutele a tutti i lavoratori e le lavoratrici, dipendenti e indipendenti.
Nell’ambito della programmazione nazionale e regionale a valere sul Fondo Sociale Europeo a sostegno dell’occupazione e dell’inclusione, la promozione della conciliazione tra vita e lavoro si traduce in due principali linee di intervento: il potenziamento dei servizi di cura e lo sviluppo dei sistemi di welfare aziendale.
Molte Regioni, con le risorse del Fondo Sociale Europeo, hanno avviato la sperimentazione di reti territoriali per la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, con la costituzione di “Accordi Territoriali di Genere” tra soggetti pubblici e privati finalizzati per la promozione dell’occupazione femminile e l’accesso ai servizi socio-educativi per i minori.
In questa stessa ottica di sperimentazione e implementazione di rete si colloca il progetto Equality for work and life (EQW&L), coordinato dall’ANPAL. Il progetto, nato nell'ambito del finanziamento EaSI-PROGRESS, ha lo scopo di elaborare un nuovo modello di intervento ed un kit di strumenti che facilitino l’accesso al mercato del lavoro persone – donne ma non solo donne – che incontrando maggiori difficoltà di accesso e permanenza nel mercato del lavoro.
Finanziamento di schemi/iniziative esistenti
L'Italia utilizza risorse nazionali e risorse europee, in particolare quelle del Fondo sociale europeo, per incrementare le opportunità lavorative dei giovani, aiutare i gruppi svantaggiati, accrescere le competenze della forza lavoro, potenziare i sistemi nazionali di istruzione e formazione e ed attuare il programma Garanzia Giovani.
La programmazione delle risorse di FSE, sulla scorta dell’Accordo di Partenariato, è ripartita in programmi operativi nazionali (PON) e programmi operativi regionali, anche in virtù del sistema di articolazione delle competenze istituzionali che caratterizza il Paese. I finanziamenti vengono utilizzati sulla base di Programmi operativi elaborati e gestiti dalle autorità di gestione nazionali e regionali, per realizzare progetti affidati a operatori, organismi o imprese, pubblici o privati, chiamati "beneficiari". Questi ultimi sono individuati dalle autorità di gestione tramite procedure pubbliche.
Nello specifico, in Italia il FSE cofinanzia 21 Programmi (POR), uno per ciascuna Regione e Provincia autonoma, e 8 Programmi operativi nazionali (PO). Di questi ultimi, 3 sono gestiti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: PON Iniziativa Occupazione Giovani, PON Sistemi di politiche attive dell'occupazione; PON Inclusione. Per quanto riguarda i POR, le informazioni relative sono pubblicate sui siti di ciascuna Regione /Provincia Autonoma.
Il PON Occupazione Giovani prevede una dotazione finanziaria complessiva di circa 2,7 Miliardi di euro, articolata nell’ Asse 1 rivolto esclusivamente ai giovani NEET per un importo pari a circa 2,2 Miliardi e nell’Asse 1 bis per un importo di circa 497 milioni di euro, costituito esclusivamente da risorse del Fondo Sociale Europeo, e che finanzia progetti volti a favorire l’occupazione di giovani disoccupati, non necessariamente NEET residenti nelle Regioni in ritardo di sviluppo e in transizione.
Gran parte della Missione 5 del PNNR si sta concentrando sul miglioramento delle politiche attive per il lavoro, per facilitare l'occupabilità dei giovani, soprattutto nel Sud, per ridurre il divario esistente e per affrontare l'alta presenza di NEET nel paese. Questo si riferisce al già menzionato GOL e al nuovo piano nazionale per le competenze così come all'intervento per le Zone Economiche Speciali (ZES), per le aree interne, per i beni confiscati alla criminalità organizzata e a quelli volti a ridurre la povertà educativa.
L’analisi, il monitoraggio e valutazione della qualità delle politiche attive e dei servizi per il lavoro è assicurata anzitutto dall’ANPAL [cfr. § 3.2.], istituita dal D.lgs. 150/2015 con lo scopo di coordinare la rete dei servizi per le politiche del lavoro, la gestione delle politiche attive del lavoro, di promuovere l’effettività dei diritti al lavoro, alla formazione e all’elevazione professionale, mediante interventi e servizi che migliorino l’efficienza del mercato.
ANPAL pubblica periodicamente note di monitoraggio sugli incentivi occupazionali finanziati da Programmi Operativi Nazionali a titolarità ANPAL (PON IOG, PON SPAO, POC SPAO), sull’implementazione di “Garanzia Giovani” (attraverso indicatori di monitoraggio fisico e finanziario), sulle politiche del lavoro. [link a finestra di dialogo].
ANPAL ha pubblicato nel 2019 il Primo Rapporto annuale congiunto sulle politiche attive del lavoro in Italia, in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome. Questi soggetti insieme compongono il Sottogruppo “Analisi delle Politiche Attive e sviluppo di metodologie”, istituito in seno al Comitato Politiche Attive del Lavoro con Decreto del DG ANPAL n. 428 del 21/12/2017, quale sede di confronto e di condivisione in materia di sistemi di monitoraggio delle politiche attive implementati a livello regionale.
ANPAL fornisce inoltre un’informativa periodica sullo lo stato di attuazione del PON IOG attraverso l’analisi dell’avanzamento degli indicatori di monitoraggio fisico e finanziario.
Nel 2019 ANPAL ha inoltre pubblicato il secondo Rapporto di valutazione sulla Garanzia Giovani. Il rapporto presenta i risultati dell’attività di ricerca condotta da ANPAL, come previsto dal Piano di valutazione del Programma operativo nazionale Iniziativa occupazione giovani (PON Iog). Il rapporto, si colloca a tre anni di distanza dal precedente rapporto del 2015, e propone un’analisi dell’implementazione del programma e dei progressi verso gli obiettivi di policy.
Funzioni di analisi, monitoraggio e valutazione delle politiche del lavoro sono svolte anche da INAPP [cfr. § 3.2.]. Si segnalano in particolare le ricerche volte a stimare l’effetto degli incentivi all’occupazione, con specifica attenzione al programma Garanzia Giovani (GG), che hanno utilizzato i dati campionari di impresa (RIL 2018). L’applicazione di analisi econometriche di tipo controfattuale ha permesso di dimostrare che gli incentivi connessi al programma GG inducono un incremento della quota di nuovi occupati pari a 3 punti percentuali, rispetto alle imprese che non hanno usufruito degli incentivi. L’effetto positivo risulta ancora più evidente per gli occupati under 25: in questo caso, la quota di nuovi assunti aumenta di circa 5 punti percentuali.
Allegati