4.3 Strategia per l'inclusione sociale dei giovani
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Esistenza di una strategia nazionale sull'inclusione sociale
L’Italia si è dotata di una strategia nazionale mediante il Piano sociale nazionale 2021-2023 ed il Il piano d'azione per la povertà e i servizi sociali 2021-2023. Le politiche di inclusione sociale dedicate ai giovani mirano a facilitare l'integrazione professionale, migliorare le condizioni di vita e ridurre le disparità sociali tra i giovani.
L’occupabilità dei giovani (cfr. capitolo 3) e la lotta e il contrasto alla dispersione scolastica e formativa (cfr. capitolo 6) sono tra le principali priorità nell’ambito della lotta al disagio giovanile in Italia, così come la promozione di condizioni di vita al di sopra della soglia di povertà.
Le raccomandazioni europee, infatti, pongono enfasi sulla necessità di disporre di servizi socio-educativi di qualità onde garantire pari opportunità, percorsi di crescita individuali e sociali e arginare così il rischio di povertà educativa e di esclusione sociale. La disponibilità di servizi pubblici di qualità a partire dalla prima infanzia costituisce uno strumento di superamento delle diseguaglianze. L’approvazione del D.Lgs. n. 65/ 2017, a questo proposito, segna una tappa importante per le politiche sociali in quanto disegna un Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini in età compresa dalla nascita fino ai sei anni per promuovere la continuità educativa, ridurre gli svantaggi e favorire l’inclusione. Il sistema delineato dal decreto è segnato da molteplici complessità attuative, dalla programmazione territoriale delle politiche alla condivisione di standard di qualità dell’offerta a partire dalle condizioni di accesso ai diversi servizi. Per quanto riguarda, invece, la formazione primaria, secondaria e terziaria è necessario attuare un cambio di paradigma: è importante non solo trasmettere un sapere tecnico-professionale, quanto fondare un apprendimento che consenta al giovane di muoversi e navigare in un contesto assai mobile e incerto. Nell’ambito della lotta alla dispersione, tra le policy di maggiore rilievo, anche in un’ottica di professionalizzazione e di inserimento lavorativo delle fasce più giovani, va richiamata l’offerta della filiera IeFP che, in questi ultimi anni, ha visto una costante crescita della partecipazione ed un’efficacia riconosciuta in termini di transizione al lavoro, come risulta dai Rapporti annuali di monitoraggio della filiera redatto dall’Inapp (ultimo dei quali il XIX Rapporto di Monitoraggio dell'IeFP Istruzione e Formazione Professionale e del Sistema Duale 2019-2020) e dalle indagini di approfondimento sugli esiti occupazionali dei qualificati e diplomati IeFP a cura dello stesso Istituto (Risultati dell’indagine sugli esiti formativi‐occupazionali dei percorsi IeFP e IFTS).
Per un quadro generale delle misure di contrasto alla povertà e di inclusione sociale per il 2019, si invita a consultare il documento sintetico del Servizio Studi della Camera dei deputati.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, anche attraverso gli interventi finanziati dal PON Inclusione, ha contribuito prioritariamente ad accompagnare il processo di riforma nazionale finalizzato all’introduzione di una misura di contrasto alla povertà, di inclusione attiva e di rafforzamento dei servizi sociali. L’evoluzione del quadro normativo, sfociata da ultimo nell’introduzione del Reddito di cittadinanza, che dal 6 marzo 2019 ha sostituito (come possibilità di fare domanda di beneficio) e affiancato il Reddito di inclusione, ha aggiunto ulteriori elementi di complessità nel processo di organizzazione e rafforzamento dei servizi territoriali.
I Piani nazionali sono stati adottati con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (MLPS), di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, previa intesa con la Conferenza unificata. L’Italia al termine di questa riorganizzazione si è dotata di alcuni quadri programmatori:
- Piano sociale nazionale 2021-2023: strumento di programmazione delle risorse afferenti al Fondo nazionale per le politiche sociali (393.958.592 milioni di euro per il 2019), individua, nel limite di tali risorse, lo sviluppo degli interventi e dei servizi necessari per la progressiva definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali da garantire su tutto il territorio nazionale. Il compito principale del Piano in argomento è quello di individuare il percorso verso obiettivi condivisi in maniera da garantire maggiore uniformità territoriale. Detto Piano prevede che una quota pari ad almeno il 40% del Fondo per le politiche sociali sia destinata al rafforzamento degli interventi e dei servizi nell’area dell’infanzia e dell’adolescenza. A valere sulla quota del Fondo nazionale per le politiche sociali destinata alle Regioni sono finanziate, per non meno di 4.000.000,00 di euro, azioni volte all’implementazione delle linee di indirizzo sull’intervento a favore di bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità (P.I.P.P.I.). (CFR. par 4.4)
- Il piano d'azione per la povertà e i servizi sociali 2021-2023: strumento programmatico per l’utilizzo delle risorse del Fondo Povertà finalizzate al finanziamento degli interventi e servizi sociali per il contrasto alla povertà (297 milioni di euro nel 2018; 347 milioni di euro nel 2019 e 587 milioni di euro annui a decorrere dal 2020, comprensivi di una quota di 20 milioni riservata agli interventi e servizi in favore delle persone in condizione di povertà estrema e senza dimora nonché di una quota di 5 milioni riservata al finanziamento di interventi, in via sperimentale, in favore dei care leavers (CFR. par. 4.4) ;
- Piano nazionale di non autosufficienza: volto a utilizzare programmaticamente le risorse del Fondo per le non autosufficienze per “assicurare l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21.11.2019 individua risorse finanziarie pari ad euro 573,2 milioni di euro per l’anno 2020, 571 milioni di euro per l’anno 2021 e 568,9 milioni di euro per l’anno 2021). Per Progetti di vita indipendente ed inclusione attiva di persone con disabilità è previsto l’ammontare complessivo a livello nazionale di 18,7 milioni di euro di cui almeno 14,96 milioni di euro a valere sulla quota trasferita a ciascuna Regione.
- Piano contro la povertà educativa: si tratta di un piano d’azione per intervenire in maniera efficace e sistemica nella direzione del contrasto del fallimento formativo. Per contrastare la povertà educativa, la legge di bilancio 2019 (L. 145/2018, art. 1, comma 478) ha prorogato e rifinanziato, per gli anni 2019, 2020 e 2021, il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, già istituito dalla legge di stabilità 2016 (L. 208/2015, art. 1, commi da 392 a 395), alimentato da versamenti effettuati dalle Fondazioni di origine bancaria.
L'operatività del Fondo è stata assegnata all'impresa sociale "Con i Bambini" per l'assegnazione delle risorse tramite bandi, mentre le scelte di indirizzo strategico vengono definite da un apposito Comitato di indirizzo composto pariteticamente da Fondazioni di origine bancaria, Governo, organizzazioni del Terzo Settore e rappresentanti di ISFOL e EIEF – Istituto Einaudi per l'economia e la finanza.
Due sono le condizioni organizzativo-istituzionali riconducibili agli indirizzi del Pon Inclusione:
- che gli ambiti di programmazione dei comparti sociale, sanitario e delle politiche del lavoro siano resi omogenei a livello territoriale e che nella programmazione e realizzazione degli interventi si tenga conto delle attività del Terzo Settore impegnato nel campo delle politiche sociali;
- che vi sia un rafforzamento del servizio sociale territoriale, la cui offerta deve comprendere gli interventi e servizi individuati nel D. Lgs. 147/2017.
Nel periodo di emergenza, l'art. 105 del decreto legge n. 34 del 2020 (c.d. decreto rilancio) ha stanziato 150 milioni di euro, di cui 135 milioni destinati ai comuni per iniziative di centri estivi e 15 milioni destinati a progetti di contrasto alla povertà educativa. Lo stesso decreto, all'art. 246, autorizzati contributi finalizzati a sostenere soggetti del terzo settore nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Lombardia e Veneto per un importo di 100 milioni per l'anno 2020, di cui 20 milioni riservati agli interventi di contrasto alla povertà educativa, e 20 milioni per l'anno 2021, con l'obiettivo di rafforzare l'azione a tutela delle fasce più deboli della popolazione a seguito dell'emergenza da Covid-19. La concessione dei contributi si basa sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione della programmazione 2014-2020. In analogia a quanto accaduto per gli anni 2020 e 2021, l'art. 39 del decreto legge n. 73 del 2022 ha diretto un finanziamento statale di 58 milioni di euro per iniziative a favore dei Comuni da attuarsi nel periodo dal 1° giugno al 31 dicembre 2022, anche in collaborazione con soggetti pubblici e privati, per promuovere e valorizzare le seguenti attività:
- attività volte a contrastare e favorire il recupero dalle criticità emerse a causa dell'impatto dello stress pandemico sul benessere psico-fisico e sui percorsi di sviluppo e crescita dei minori;
- attività volte a promuovere, tra i ragazzi e le ragazze, lo studio delle materie STEM (Science, Technology, Engineering & Mathematics, ovvero materie di carattere scientifico e tecnologico), da svolgere in centri estivi, servizi socio-educativi locali e centri con funzione educativa e ricreativa per minori.
Per i prossimi 5 anni tutte queste misure saranno ulteriormente rafforzate con la Missione 5 del PNRR: questa missione ha un ruolo molto importante, trasversale a tutto il PNRR, sostenendo l'empowerment femminile e combattendo la discriminazione di genere, aumentando le opportunità di lavoro per i giovani, favorendo il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Sud e delle aree interne, con un investimento di 6,66 miliardi in 5 anni.
Un altro importante documento è il Piano nazionale dei servizi e degli interventi sociali 2021-2023, dove sono elencate tutte le principali strategie e programmi in atto.
In questa cornice, il Piano per gli interventi ed i servizi sociali di contrasto alla povertà individua le priorità nazionali mentre, in coerenza con queste, i Piani regionali dovranno eventualmente indicare ulteriori specifici obiettivi e/o rafforzamenti da prevedere nei territori di competenza. Saranno quindi i Piani regionali (o diversi atti di programmazione) a disciplinare le forme di collaborazione e cooperazione tra i servizi che permettono di raggiungere i risultati auspicati, utilizzando, a questo fine, anche risorse regionali, ad esempio, a valere sui fondi dei POR del Fondo sociale europeo.
Ogni singola regione o provincia autonoma dovrà dunque predisporre una programmazione regionale dei servizi e interventi di contrasto alla povertà.
Più precisamente, le Regioni dovranno definire l'offerta integrata di interventi e servizi secondo modalità coordinate, da raggiungere attraverso l'adozione di:
- ambiti territoriali di programmazione omogenei per il comparto sociale, sanitario e delle politiche per il lavoro, prevedendo che gli ambiti territoriali sociali trovino coincidenza per le attività di programmazione ed erogazione integrata degli interventi con le delimitazioni territoriali dei distretti sanitari e dei centri per l'impiego;
- atti di indirizzo in grado di promuovere accordi territoriali tra i servizi sociali e gli altri enti od organismi competenti per l'inserimento lavorativo, l'istruzione e la formazione, le politiche abitative e la salute.
L'elenco degli interventi e servizi finanziabili è tassativo e, oltre al servizio sociale professionale e al segretariato sociale, prevede le attività indicate dalla Legge 26/2019 (CFR. par. 4.2):
A seguito dell’istituzione del reddito di cittadinanza ed in particolare di quanto disposto dall’art. 12, comma 12 della Legge 26/2019, il decreto di riparto del Fondo povertà prevede che possano essere finanziati anche eventuali costi per l’adeguamento dei sistemi informativi dei Comuni, singoli o associati, nonché gli oneri per l’attivazione e la realizzazione dei PUC (previsti dall’art. 4, comma 15).
L’ANPAL (l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro – vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali) coordina le autorità di gestione del FSE e si confronta con il partenariato economico e sociale per agevolare le sinergie e la coerenza tra le azioni FSE nazionali e regionali e approfondire lo stato della programmazione e dell'attuazione degli interventi cofinanziati. Sede di confronto istituita a questo scopo è il Sottocomitato risorse umane 2014-20.
Nella Direzione generale per il contrasto alla povertà e per la programmazione sociale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali è insediata l’Autorità di Gestione del PON Inclusione.
ANPAL è autorità di gestione di due Programmi operativi nazionali (PON) per la programmazione 2014-20: il PON Sistemi di politiche attive per l'occupazione, il PON Iniziativa occupazione giovani (Garanzia Giovani).
Il Ministero, inoltre, rappresenta l'Italia a livello comunitario in tavoli, riunioni tecniche, comitati e reti professionali, dove vengono definiti indirizzi, quadri metodologici e operativi, linee guida.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali gestisce anche:
- il Fondo di aiuti europei agli indigenti - FEAD che finanzia principalmente l'acquisto e la distribuzione di beni alimentari. Ulteriori interventi riguardano: la fornitura di materiale scolastico a ragazzi appartenenti a famiglie disagiate; l'attivazione di mense scolastiche in aree territoriali con forte disagio socio-economico, allo scopo di favorire la partecipazione degli studenti ad attività pomeridiane extracurriculari; aiuti a favore delle persone senza dimora e in condizioni di marginalità estrema.
L’ ANPAL gestisce anche:
il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), che sostiene lavoratori/lavoratrici che hanno perso il lavoro a causa della globalizzazione o della crisi economica e finanziaria. Il Ministero è responsabile della gestione, certificazione e controllo dei contributi concessi dal FEG e svolge un ruolo di coordinamento, indirizzo e cooperazione con le Regioni e Province autonome, responsabili dell'attuazione delle iniziative cofinanziate.
Tutte le strategie sono riviste e monitorate su base regolare. I risultati vengono pubblicati sui siti Web delle rispettive istituzioni o ministeri responsabili.
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