10.4 Qualità e innovazione

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Valutazione della qualità

Sebbene vi siano diverse pratiche socioeducative svolte in contesti extrascolastici che sembrano rientrare nella categoria dello youth work, in Italia lo youth work professionale non è ancora inquadrato all'interno di leggi o regolamenti pubblici. Pertanto, non esistono sistemi specifici e consolidati di valutazione della qualità applicati dalle autorità pubbliche alle attività di animazione socioeducativa nel settore giovanile.

Tuttavia, lo sviluppo di sistemi e pratiche per assicurare un’animazione socioeducativa di qualità è un tema affrontato nell'attuale dibattito sul riconoscimento formale dello youth work e sullo sviluppo professionale degli youth worker, così come in relazione al disegno di legge sul riconoscimento dello youth work attualmente in discussione. 

Alcuni progetti finanziati nell’ambito del Programma Erasmus + gestiti da partner italiani si sono concentrati sulla qualità dello youth work. Ad esempio, All You Need mira a fornire strumenti e metodi pratici per la pianificazione, l'implementazione e la valutazione della qualità dello youth work nei progetti internazionali; Social Theatre Toolbox si occupa della qualità dello youth work artistico nel settore teatrale; il progetto D’ING – designing for learning si è concentrato su due competenze specifiche dei Modelli di Competenze (‘Comprendere e facilitare l'apprendimento’ e ‘Progettare programmi educativi’); il progetto Quality label for ESC volunteering mira a sviluppare standard di qualità per lo youth work con giovani volontari; e E+QUALITY Week si focalizza sulle competenze di management nello youth work.

Ricerca a supporto dell’animazione socio-educativa per i giovani

L’impatto del Servizio Civile Nazionale Universale

Tra gli studi valutativi sul Servizio Civile Universale rientrano la ricerca volta dalla Fondazione Zancan nel 2008 e un’altra più recente realizzata da Confcooperative e Studio Cevas nel 2017. La prima si basa sul confronto tra un campione di giovani che aveva terminato il servizio, a un altro che lo aveva appena iniziato. La seconda, invece, analizza gli effetti del servizio civile a 5 anni dalla sua conclusione, operando un confronto con un campione di controllo di giovani che non avevano svolto il servizio.

Tra gli effetti maggiormente evidenziati da queste ricerche risultano la maturazione di capacità relazionali ed empatiche (es. ascoltare, saper cogliere il punto di vista degli altri) e all’arricchimento della proprio rete di relazioni (es. nuove amicizie), incluse quelle a sostegno del proprio percorso lavorativo. La ricerca di Confcooperative ha evidenziato un significativo impatto occupazionale: l’incidenza di chi aveva trovato lavoro tra gli ex-volontari è risultata maggiore di quella calcolata sul campione di controllo.

Altro studio rilevante è relativo a “Cittadinanza attiva e occupabilità: una sperimentazione di due indici di misurazione” svolta dall’ Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) (a cura di Federica De Luca, Sergio Ferri e Pasquale di Padova), che ha testato due indici multidimensionali di “cittadinanza attiva” e “occupabilità” in un’indagine campionaria nazionale sul Servizio Civile. Lo studio individua una correlazione tra l’indice di occupabilità e quello di cittadinanza attiva, facendo emergere il ruolo del Servizio civile come istituto che, oltre a favorire la formazione, l’inclusione e la partecipazione dei giovani, contribuisce anche alla crescita del loro capitale di occupabilità.

Monitoraggio e valutazione di politiche educative nell’area adolescenza

Gli spazi e progetti di animazione socio-educativa nell’area adolescenza sono interessati dalle attività di monitoraggio e ricerca realizzate dal Centro Nazionale di Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza (Legge 97/2018). Il Centro cura una specifica attività di studio sui progetti e servizi finanziati dal Fondo Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza (Legge 285/1997). Nel piano annuale delle attività finanziato dalla Legge 285/1997, un apposito Tavolo di Coordinamento coadiuvato dall’Istituto Innocenti, promuove indagini specifiche sulle politiche per l’infanzia e l’adolescenza realizzate nelle città a cui i fondi della legge sono destinati.

Progetto RAY (Research-based Analysis of Erasmus+: Youth in Action)

L’Agenzia Nazionale Giovani partecipa al Network RAY dal 2015. Questo network ha condotto studi sui risultati di E+/YiA (RAY-MON), sugli effetti di sviluppo delle capacità di youth worker e youth leader (RAY-CAP) e sugli effetti a lungo termine dei programmi (RAY-LTE_CIT).

In particolare, in Italia il progetto RAY-CAP realizzato dall’ANG in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, ha studiato gli effetti dei progetti finanziati da Erasmus+/YiA sulle capacità di youth worker e youth leader, in che modo tali capacità vengano poi trasferite nelle pratiche, e quali siano gli effetti di sistema generati all’interno delle organizzazioni di riferimento dei partecipanti. Dalla ricerca svolta in Italia, emerge come la partecipazione al Programma Erasmus+ stimoli e favorisca una maggiore comprensione del processo di educazione non formale e delle metodologie basate sull’apprendimento esperienziale (learning by doing e peer education) che caratterizzano i progetti E+/YiA. Inoltre, dalle interviste emerge l’importanza dei programmi europei nel dare visibilità̀, valorizzare e contribuire al riconoscimento dell’animazione socio-educativa con i giovani in Italia. I risultati della ricerca RAY si offrono anche a supporto della definizione e implementazione di progetti formativi per quanti operano nel campo delle politiche giovanili.

Le ricerche sui Laboratori Urbani del programma Bollenti Spiriti (Regione Puglia)

Avviato nel 2006, il programma di politica giovanile Bollenti Spiriti in Puglia ha messo in campo una pluralità di azioni volte a valorizzare e incentivare le capacità dei giovani attraverso il sostegno a progetti di iniziativa giovanile (Principi Attivi, PIN, Mettici le Mani), la creazione partecipata di nuovi spazi giovanili (Laboratori Urbani) e la co-progettazione di percorsi di apprendimento non formale per giovani imprenditori o aspiranti imprenditori (Laboratori dal Basso).

A partire dal 2009, questo programma è stato interessato da una serie di studi focalizzati sul ruolo e l’impatto dell’animazione socio-educativa nei processi di partecipazione dei giovani e nelle esperienze di apprendimento offerte. Si elencano di seguito i principali report di ricerca prodotti:

Valutazione del progetto INSPIRIT

INSPIRIT è  un progetto di durata triennale finanziato dal Programma Erasmus+/YiA che mira al riconoscimento dell’educazione non formale e delle esperienze di volontariato. Il partenariato è composto da Università e associazioni di volontariato di Germania, Italia e Repubblica Ceca. Obiettivo specifico è promuovere il riconoscimento dell’esperienza di coordinamento dei campi di lavoro all’interno dei percorsi accademici. Il Progetto è iniziato nel 2018 e si è concluso a dicembre 2021 con una pubblicazione finale dei risultati della ricerca dei tre paesi che hanno partecipato a progetto.

Un’azione di ricerca qualitativa curata dal Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università̀ di Salerno si è posta l’obiettivo di studiare l’impatto dell’esperienza di coordinamento dei campi di lavoro internazionali sulle competenze degli studenti universitari. Inoltre, è stata condotta un'osservazione diretta e partecipativa della formazione per i leader dei campi di lavoro. I risultati della ricerca hanno mostrato che grazie alle attività previste dal progetto gli studenti hanno avuto l’opportunità di sperimentare tecniche e metodologie di educazione non formale e di acquisire e migliorare le proprie competenze trasversali necessarie per far fronte alle continue sfide di una società globalizzata e in rapido mutamento.

Valutazione del Progetto ‘Gio-stra’ (Giovani Straordinari)

Finanziato dal Dipartimento della Gioventù (bando per la presentazione di progetti di azioni in favore dei giovani ai sensi dell’art. 4 del D.M. 21 giugno 2007) il progetto ‘Gio-stra’ (Giovani Straordinari), ha coinvolto nel 2011 nove oratori salesiani in 7 Regioni (Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia) e affiliati alla Federazione SCS/CNOS operanti in altrettante città, con una copertura nazionale dell’intervento. L’idea di avviare una specifica progettualità socio-educativa nel contesto oratoriano nasce dalla condivisione di alcune esigenze specifiche ed al contempo dalla convinzione delle grandi potenzialità educative che l’esperienza oratoriana porta con sé. Il progetto ha previsto una specifica valutazione sugli effetti delle attività nei confronti dei ragazzi coinvolti, come si evince dal report conclusivo.

Processi partecipativi nell’animazione socio-educativa per i giovani

Il Servizio Civile Universale è l’unica iniziativa pubblica nazionale rientrante nel campo dell’animazione socio-educativa ad aver creato un organismo nazionale di rappresentanza dei giovani. La rappresentanza degli operatori volontari, istituita a livello nazionale e regionale, garantisce il constante confronto tra i volontari ed il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale. Questo organismo partecipa alla Consulta nazionale, organo all’interno del quale vengono prese tutte le decisioni in merito alla programmazione  e gestione del servizio civile stesso.

Al momento non risultano altri interventi specifici realizzati o finanziati dalle autorità nazionali che mirano a creare spazi di partecipazione dei giovani focalizzati sulle politiche e pratiche di animazione socio-educativa. Per le politiche volte alla partecipazione giovanile nel processo di policy-making, si veda la sezione 5.4.

In ogni modo, la funzione svolta dai principali organismi consultivi attivati dalle politiche giovanili nazionali e regionali include anche un ruolo di analisi e proposta sulle azioni volte a riconoscere e sostenere gli operatori e le pratiche di youth work (nel paragrafo 10.3.3 sono richiamate le iniziative che questi organismi hanno recentemente intrapreso sul tema).

Inoltre, la rete nazionale di web radio Ang InRadio realizzata dall’Agenzia Nazionale Giovani è uno specifico spazio di ascolto e partecipazione che coinvolge i giovani anche nella riflessione, la proposta e il confronto sul tema delle opportunità di educazione non formale, dei servizi e progetti offerti dalla pluralità di attori impegnati in Italia nel campo dell’animazione socio-educativa giovanile. Un programma finanziato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e Servizio Civile Universale ha finanziato 44 progetti radio distribuiti su 13 regioni italiane, con il coinvolgimento diretto di 600 giovani e un impatto su 150.000 under30. Alcuni esempi di web radio già attivi all’interno del network Ang sono Radio Das, Youth in Radio Piemonte, Serendipity Puglia, e Young People on Air.

A livello regionale, specifici processi partecipativi sono stati promossi nell’ambito dei programmi di politica giovanile sostenuti dal Fondo Nazionale Politiche Giovanili.

Ad esempio, nel programma Bollenti Spiriti, gruppi informali di giovani e associazioni giovanili sono state coinvolti a livello territoriale nel disegno, l’implementazione e gestione dei nuovi spazi giovanili denominati Laboratori Urbani giovanili. Si rinvia al paragrafo 10.4.2 per un excursus su alcune ricerche sui processi partecipativi in questi spazi giovani.

Un progetto nazionale che ha promosso la partecipazione delle associazioni giovanili nel riuso di spazi e la creazione di incubatori creativi è stato La grande bellezza. Giovani talenti ri-usano l’Italia finanziato con l’avviso pubblico ‘Sostegno ai giovani talenti’  del Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile Nazionale. Il progetto ha accompagnato gruppi di giovani nello sviluppo del progetto di riuso in 5 Regioni, affiancando lo studio di fattibilità, la redazione di un business plan e lo sviluppo di un modello di gestione  partecipata del bene. Inoltre, il progetto ha creato piattaforma web di incontro tra altri gruppi di giovani interessati ad esperienze analoghe di riuso e proprietari (pubblici, privati, no profit) di spazi ‘riusabili’.

‘Smart’ youth work: l’uso dei media digitali  

L'uso dei media digitali fa ormai parte del lavoro socio-educativo anche nel settore giovanile. In particolare, l'uso dei social media (Facebook, Instagram, Whatsapp ecc.) è di solito utilizzato in combinazione con l'interazione faccia a faccia per fornire informazioni, tenersi in contatto,  offrire e condividere idee o soluzioni, social gaming, esprimere e condividere emozioni ecc.

L’uso dei media digitali nell’animazione socio-educativa è particolarmente cresciuto durante la pandemia provocata dal virus Covid-19. Ci sono infatti diversi esempi di progetti di animazione socio-educativa basati solo sull'uso dei media digitali durante il lockdown (giochi, concorsi fotografici, laboratori di narrazione digitale, consulenze di gruppo e individuali, aiuto per i compiti scolastici, consulenza per i genitori, ecc.). Sono inoltre stati offerti anche webinar su come riconoscere le fake news sui social media durante la pandemia (es. Get Your Facts Straight!).

In Italia ci sono diversi programmi e progetti finanziati con fondi pubblici volti a migliorare le competenze digitali tra operatori e volontari che lavorano nel settore dell'educazione non formale con i giovani, nelle politiche giovanili e in altre politiche rivolte ai giovani (ad es. formazione professionale, tempo libero, imprenditorialità, volontariato, formazione professionale, ecc.). Inoltre, c'è una crescente attenzione allo sviluppo delle risorse educative digitali sull'uso sicuro dei media digitali tra adolescenti e giovani.

Esempi di programmi o strumenti a livello nazionale o regionale sono: piattaforme informative sviluppate nel quadro delle politiche giovanili (es. il portale giovani  del network italiano Eurodesk), programmi nazionali per l'educazione ai media gestiti da organizzazioni no profit e sostenuti dalle autorità nazionali o regionali (es. Generazioni Connesse, Parole Ostili); eventi digitali di partecipazione su come i giovani immaginano il proprio futuro (es. Visionary Days,).

Infine, sono stati sviluppati diversi esempi di progetti sostenuti da Erasmus plus e con un focus sullo youth work digitale, realizzati da organizzazioni di youth work italiane. Ad esempio, DeDAC, che mira a formare gli youth workers sulla difesa digitale, The art of making, che promuove i media audiovisivi digitali come parte del lavoro quotidiano degli youth workers, Coding for Learning, che si concentra sull'uso della codifica digitale e della programmazione IT, il progetto Social media to Activate Youth and Communities che ha tra gli obiettivi principali lo sviluppo di comunità di apprendimento e partecipazione, infine Escape from marginalization, che mira a rafforzare le competenze digitali degli youth workers, in particolare con l'uso del gioco per coinvolgere i gruppi giovanili più vulnerabili.

Recentemente, l'Italia ha aderito al nuovo progetto di ricerca condotto da RAY Network sullo youth work digitale, chiamato RAY DIGI, incentrato sul ruolo della digitalizzazione nell’animazione socioeducativa e dell'apprendimento non formale nel contesto dei programmi europei per la gioventù.

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