10.2 Amministrazione e governance

In questa pagina

Governance

In assenza di un inquadramento normativo unitario a livello nazionale, l’attività legislativa e di politica pubblica sull’animazione socio-educativa giovanile ricade prevalentemente nella sfera di competenza delle Regioni. Questo riflette in parte la ripartizione delle competenze in materia di politiche giovanili, le quali rientrano tra le cosiddette ‘materie di legislazione concorrente’ per le quali spetta alle Regioni il potere legislativo, sulla base di principi e indirizzi formulati dallo Stato (cfr. Capitolo 1).

Altre politiche regionali, inoltre, contribuiscono alla governance degli attori e delle attività che si possono far rientrare nel campo dell’animazione socio-educativa giovanile, in particolare:

  • le attività animativo-educative, socio-assistenziali e informativo-culturali rivolte agli adolescenti (Legge 285/1997 ‘Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia e l'adolescenza’; Legge 328/2000 ‘Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali’);
  • la regolamentazione di figure professionali che possono operare anche nel lavoro socio-educativo rivolto ai giovani, sebbene non siano specializzate esclusivamente in questo settore (es. animatore di comunità, animatore sociale, animatore socio-educativo, tecnico delle attività di animazione, istruttore socio-educativo) (cfr. 10.5).

Alcuni specifici provvedimenti con un impatto diretto o indiretto sul lavoro socioeducativo giovanile sono stati emanati a livello centrale. Uno dei primi è stata la Legge 206/2003 ‘Disposizioni per il riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori e dagli enti che svolgono attività similari e per la valorizzazione del loro ruolo’. Inoltre, attraverso il Servizio Civile Nazionale istituito nel 2001 (dal 2017 con il d.lgs. 40/2017  sostituito dal Servizio Civile Universale), lo Stato sostiene esperienze di volontariato tra i giovani anche come opportunità di apprendimento e formazione. Fin dalla sua istituzione, infatti, l’impegno a svolgere un servizio utile alla collettività è stato sempre integrato con finalità educativo-formative (‘contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani’, Legge 64/2001, art. 1, lett. e). Inoltre, il Decreto legge istitutivo del nuovo Servizio Civile Universale (d.lgs. 40/2017) prevede procedure specifiche di accreditamento degli enti ospitanti, inclusa la disponibilità di personale formato ad accompagnare i giovani sul piano educativo-formativo (cfr. 10.3 e 10.5)

Altri organismi che fino ad ora hanno avuto un ruolo a livello nazionale nella governance delle politiche aventi un impatto sull’animazione socio-educativa sono l’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), la Consulta Nazionale per il Servizio Civile Universale, il Forum Nazionale Giovani e il Consiglio Nazionale Giovani.

L’Agenzia Nazionale per i Giovani promuove lo sviluppo delle competenze degli youth worker e la qualità del lavoro di animazione socio-educativa non solo attraverso i progetti sostenuti da Erasmus+ e dal Corpo Europeo di Solidarietà, ma anche attraverso eventi formativi e partecipazione a partenariati di progetto (cfr. 10.5.2).

La Consulta Nazionale per il Servizio Civile Universale, nell’ambito della sua funzione consultiva ai sensi dell'art. 10 del d.lgs. 40 del 2017, svolge anche un ruolo consultivo sul ruolo degli operatori locali di progetto e sulle loro competenze educativo-formative nei confronti dei giovani volontari, con riferimento ai requisiti di accreditamento degli enti.

Il Consiglio Nazionale Giovani (CNG) (cfr. cap. 5.3), piattaforma nazionale di 71 organizzazioni giovanili (all’aprile 2020) (Legge 145/2018), ha incluso nelle sue linee programmatiche 2019-2022 l’obiettivo di contribuire al rafforzamento delle competenze di youth work tra le associazioni aderenti.

Cooperazione inter-settoriale

A livello nazionale, è in corso di valutazione una proposta di creazione di un Tavolo tecnico mirato a promuovere il riconoscimento della figura dell’animatore socio-educativo, attraverso la definizione delle competenze chiave, dei percorsi educativi e formativi, dei meccanismi di validazione e certificazione delle competenze, tenendo conto del lavoro svolto sul tema dalla Commissione Europea, dal Consiglio d’Europa e dalla comunità di pratica attiva a livello Europeo. Il Tavolo, presieduto dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, dovrebbe essere composto da rappresentanti del Consiglio Nazionale Giovani, Agenzia Nazionale Giovani, ANCI giovani, NINFEA, Eurodesk-Italia, del Coordinamento delle Regioni e dal team scientifico di Youth Wiki.

L’assenza di una normativa e una politica specificatamente mirata alle pratiche e organizzazioni di youth work ha creato indirettamente condizioni favorevoli ad un’interpretazione inter-settoriale della loro funzione nei territori. La cooperazione tra ministeri, assessorati e organismi operativi responsabili delle tre principali aree di policy che interessano le attività di youth work -  ovvero le politiche giovanili, le politiche sociali, e le politiche educative e formative – si riflette nel disegno e attuazione di progetti e servizi tendenti verso un’ottica multidisciplinare e inter-settoriale. Diversi operatori e approcci, infatti, si ritrovano frequentemente a cooperare in progetti identificabili come youth work quando assume centralità la relazione socio-educativa con i giovani (operatori culturali, educatori, formatori, psicologi, assistenti sociali, esperti di creazione d’impresa, orientatori ecc.).

Una visione inter-settoriale del lavoro socio-educativo con i giovani come parte di interventi di politica giovanile si ritrova anche nelle leggi regionali in materia. Ad esempio, la Legge Regionale 5/2012 del Friuli Venezia Giulia delinea uno spazio di intervento inter-settoriale in cui, oltre agli ambiti propri delle politiche giovanili (es. autonomia abitativa, mobilità internazionale, attività culturali, cittadinanza attiva), compaiono le politiche del lavoro, la formazione professionale, gli interventi per l’imprenditoria, la promozione della salute, la ricerca e l’innovazione. Un tema che predispone a costruire linee di cooperazione con le scuole è quello del cyberbullismo presente in alcune leggi regionali (Friuli Venezia Giulia, PA Trento, Sicilia, Umbria).

Allegati