6. Istruzione e formazione
La Costituzione della Repubblica italiana stabilisce che la scuola è aperta a tutti e che la scuola obbligatoria è gratuita (art. 34). Il sistema educativo di istruzione e di formazione italiano è organizzato in base ai principi della sussidiarietà e dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. Lo Stato ha competenza legislativa esclusiva per le ‘norme generali sull'istruzione’ e per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Lo Stato, inoltre, definisce i principi fondamentali che le Regioni devono rispettare nell'esercizio delle loro specifiche competenze. Le Regioni hanno potestà legislativa concorrente in materia di istruzione ed esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale. Le istituzioni scolastiche statali hanno autonomia didattica, organizzativa e di ricerca, sperimentazione e sviluppo. La normativa italiana stabilisce che è obbligatoria l’istruzione impartita per almeno 10 anni con riferimento alla fascia di età compresa tra i 6 e i 16 anni. L’adempimento dell’obbligo di istruzione è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età.
Negli ultimi anni, si è registrata una graduale trasformazione del sistema d’istruzione e di formazione attraverso anche per l’avvio di alcuni processi di riforma di carattere istituzionale (Legge 53/2003; Legge 296/2006; Legge 107/2015).
In linea con i trattati e le indicazioni dell’UE, il Ministero dell’Istruzione, nelle sue articolazioni regionali e locali e nei suoi organismi specifici si è impegnato nella promozione di processi di innovazione sotto il profilo tecnologico (ad esempio nel campo delle competenze e della scuola digitale) e sotto il profilo organizzativo e metodologico con attenzione alla necessità di contrastare alcune criticità che storicamente caratterizzano il sistema d’istruzione e di formazione italiano.
Sotto il profilo dell’innovazione, l’Italia si è dotata di una strategia nazionale in tema di alfabetizzazione mediatica contenuta nel Piano Nazionale Scuola Digitale (Legge 107/2015). Il Piano vuole creare le condizioni per tutte le scuole, per l’accesso alla società dell’informazione facendo in modo che il ‘Diritto a Internet’ diventi una realtà e coprire l’intera filiera dell’accesso digitale della scuola, per abilitare la didattica digitale. Esso prevede un potenziamento della presenza degli strumenti digitali nelle scuole e della loro possibilità di connessione attraverso tre azioni, rispettivamente sulla diffusione della Fibra per banda ultra-larga alla porta di ogni scuola, sul Cablaggio interno di tutti gli spazi delle scuole, e sul Canone di connettività a scuola. Sotto il profilo metodologico tra le trasformazioni in atto si segnala quella della didattica delle scuole di ogni ordine e grado nella direzione, che accolgono il modello per competenze raccomandato in sede europea, con attenzione al valore dell’eterogeneità delle esperienze formative e alle sfide di crescita delle giovani generazioni, chiamate ad inserirsi attivamente in un contesto sociale e lavorativo in continua evoluzione.
Uno dei temi oggetto di maggiore attenzione da parte delle politiche d’istruzione e di formazione italiane riguarda il contrasto alla dispersione scolastica. Il tasso di abbandono dei percorsi di istruzione e formazione è in calo costante da un decennio ma rimane ben al di sopra della media europea. Il tasso di abbandono scolastico dei giovani nati all’estero è circa tre volte quello dei giovani nati in Italia. Anche le differenze regionali nella percentuale di abbandoni sono particolarmente marcate. Infatti, il tasso di abbandono scolastico al Sud e nelle isole è significativamente più elevato rispetto a quello del Nord. Per contrastare queste criticità sono stati avviati alcuni programmi che vogliono affrontare la questione partendo dai contesti locali (es. Programma Operativo Nazionale Per la Scuola – Competenze e ambiente di apprendimento 2014-2020). Parimenti, negli ultimi anni, il contrasto all’abbandono scolastico è passato anche dall’adozione di strategie educative non formali o informali che hanno potuto contare sul contributo e la progettualità di enti di formazione, di ricerca e di terzo settore impegnati su tale fronte (es. Fondazione Con il sud – Impresa sociale con i bambini).
All’interno del sistema scolastico italiano il valore dell’apprendimento non formale è stato riconosciuto con l’introduzione di itinerari formativi chiaramente definiti e integrati nel percorso curricolare volti a favorire un’Alternanza Scuola-Lavoro (ASL). La legge di Bilancio 2019 ha disposto la ridenominazione dei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro di cui al D.Lgs. 77/2005 in Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PTCO) e, a decorrere dall’anno scolastico 2018/2019, sono attuati per una durata complessiva rideterminata in ragione dell’ordine di studi (Licei, Istituti tecnici e Istituti professionali).
Si segnala l’avvenuto recepimento, nella legislazione italiana, della prospettiva dell’apprendimento permanente (Legge 92/2012) inteso come insieme di attività intraprese dalle persone in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale. Esito concreto di questo processo è stato il riconoscimento del valore formativo di proposte di apprendimento non formale e informale all’interno del sistema scolastico e in ambito extra-scolastico. Al di fuori della scuola e in collaborazione con essa, associazioni culturali e giovanili, Fondazioni, ONG e alcuni centri per la formazione e reti per il volontariato hanno avviato itinerari per promuovere l’innalzamento delle competenze dei giovani nel quadro di un crescente mobilità di studio e di lavoro, anche e soprattutto di tipo internazionale.
Nel 2013 sono state definite le norme generali di funzionamento del sistema nazionale di certificazione delle competenze (D.Lgs 13/2013). Il Sistema si propone di far emergere e far crescere le competenze professionali acquisite non solo sul lavoro ma anche nel tempo libero, in modo da promuovere la mobilità geografica e professionale, favorire l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, accrescere la trasparenza degli apprendimenti e la spendibilità delle certificazioni in ambito nazionale ed europeo.
Nel 2018 è stato istituito il Quadro nazionale delle qualificazioni (QNQ) quale strumento di descrizione e classificazione delle qualificazioni rilasciate nell'ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze. Il QNQ rappresenta il dispositivo nazionale per la referenziazione delle qualificazioni italiane al Quadro europeo delle qualifiche, con la funzione di raccordare il sistema italiano delle qualificazioni con i sistemi degli altri Paesi europei.
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