10.6 Riconoscimento e validazione delle competenze acquisite dai giovani attraverso l’animazione socio-educativa
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Il Decreto Legislativo n. 13/2013, emanato in attuazione della Legge n. 92/2012, ha definito le norme generali su cui basare la definizione e implementazione del Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze (SNCC), inclusa la validazione degli apprendimenti non formali e informali (si veda il capitolo 6 Education, paragrafo 6.4). La validazione delle competenze è in Italia un tema oggetto di dibattiti, sviluppo e sperimentazione di pratiche. E’ in particolare l’Isfol ad aver portato avanti un lavoro di riflessione scientifica e metodologica, supportando il lavoro di policy-making di Ministero del Lavoro e Regioni, promuovendo sperimentazioni con soggetti pubblici e privati e monitorando le pratiche adottate a livello nazionale e locale (si veda la pagina dedicata sul sito istituzionale dell’Isfol).
Uno strumento specifico predisposto e riconosciuto dal Decreto interministeriale 10/10/2005 è il Libretto del Cittadino, il quale prevede anche una specifica sezione dedicata alle competenze non certificate da attestati formalmente rilasciati da specifici provider. Tra il 2006 e il 2007 il Libretto del Cittadino è stato sperimentato in 13 Regioni. Per i risultati della sperimentazione, è disponibile un rapporto curato dall’Isfol. Sempre l’Isfol, ha elaborato nel 2011 un documento di linee guida operative sulla procedura di valutazione delle competenze informali e non formali.
Gli strumenti e i metodi di validazione degli apprendimenti sviluppati nel quadro del SNCC sono in linea di principio utilizzabili anche dai giovani che partecipano a progetti e attività di youth work. Tuttavia, al momento non sono disponibili dati sull’effettivo utilizzo di tali strumenti tra i diversi attori e spazi di animazione socio-educativa giovanile. Dal rapporto Isfol su citato, i giovani coinvolti nella sperimentazione sono giovani in uscita da percorsi di apprendistato e giovani immigrati in cerca di lavoro.
Lo Youthpass è il principale strumento per il riconoscimento delle competenze maturate in progetti di youth work in Italia. L’Agenzia Nazionale Giovani (Ang) cura un’attività specifica di informazione, promozione e assistenza tecnica sull’utilizzo dello Youthpass tra i giovani che hanno partecipato progetti finanziati da Erasmus+ Youth. Nel 2018, l’Ang ha siglato uno specifico protocollo di durata biennale con la Regione Piemonte per promuovere lo Youthpass attraverso incontri, seminari e campagne di sensibilizzazione. Lo Youthpass è promosso anche come strumento utile al riconoscimento di Crediti Formativi Universitari nel proprio percorso di studio. In merito, tuttavia, non esistono ancora regolamenti o linee di indirizzo nazionali comuni per le Università, essendo il riconoscimento dei Crediti Formativi Universitari oggetto di valutazione da parte dei singoli Corsi di Laurea a cui lo studente presenta il proprio Youthpass.
La ricerca Analysis and Monitoring of Erasmus+: Youth in Action è tra le poche disponibili che hanno indagato anche sull’uso dello Youthpass nei progetti finanziati da Youth in Action ed Erasmus+ Youth (cfr. 10.4.2). Da questa ricerca emerge un quadro complessivamente positivo sull’uso dello Youthpass nel campione di progetti preso in esame: il 77,4% dei project leader lo ha utilizzato nel proprio progetto, e il 71,8% dei giovani partecipanti lo hanno acquisito. Per gran parte dei partecipanti, preparare lo Youthpass è stata un’occasione di riflessione e auto-valutazione sull’esperienza fatta (85,2%). Tra le criticità segnalate, si evidenzia soprattutto lo scarso utilizzo del certificato al di fuori del settore giovanile (solo il 30,6% lo ha utilizzato per una richiesta di lavoro o stage), e la percezione di un difficile riconoscimento nel contesto lavorativo (per il 44% dei giovani non è stato riconosciuto).
Specifici strumenti di auto-valutazione e messa in trasparenza di competenze sono stati sviluppati e testati in progetti finanziati da Erasmus+ Youth e coordinati da organizzazioni Italiane. (fonte: Erasmus+ results)
Nei tool sviluppati in questi progetti, una significativa attenzione è data all’impatto occupazionale che può derivare dalla messa in trasparenza delle competenze maturate in progetti di youth work. Alcuni esempi di tools sviluppati in questi progetti a guida Italiana sono i seguenti:
- I’ve-I have Experienced: tool for the recognition of competences developed in workcamps and voluntary service projects; it includes an App that produces automatically the Certificates of Competences Recognition
- Easy Soft-Skills: ha sviluppato un test di auto-valutazione delle competenze trasversali che i giovani maturano nell’ambito di un’esperienza di volontariato internazionale.
- Voyce - Volunteering Youth: routes and tools for Competence's Emersion: ha sviluppato un test di autovalutazione per valorizzare gli apprendimenti acquisiti dai giovani volontari con particolare attenzione alla loro occupabilità
- OPELO - Optimisation of validation process of EVS learning outcomes: the project developed a Portfolio of employability skills for EVS volunteers
Il Progetto Bevin ha creato un database europeo di tools per il riconoscimento delle competenze non formali e informali. Nel database risultano 48 tools sviluppati in Italia.
I giovani volontari del Servizio Civile Universale possono richiedere il riconoscimento dei propri crediti formativi. Inoltre, il Decreto legislativo 40/17, ‘Istituzione e disciplina del servizio civile universale’ all’art. 8 prevede che gli enti di servizio civile svolgano tutte le attività propedeutiche per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite dagli operatori volontari durante il Servizio civile universale. Inoltre all’art.19 sancisce il rilascio agli stessi operatori di un attestato per il periodo di servizio effettuato con l’indicazione delle relative attività. Nello specifico, la Circolare del 9 dicembre 2019 recante ‘Disposizioni per la redazione e la presentazione dei programmi di intervento di servizio civile universale - Criteri e modalità di valutazione’ ha predisposto i modelli di attestato che gli enti proponenti i programmi di servizio civile sono tenuti a rilasciare ai giovani volontari (Allegato 6). Un progetto del Comune di Roma finanziato da LEONARDO nel 2010 ha sviluppato e sperimentato un modello di riconoscimento e certificazione delle competenze dei giovani volontari del servizio civile. Denominato ‘RAP VPL - Raising Awareness of Potential benefit provided by VPL’, il Progetto ha coinvolto 46 giovani volontari che hanno partecipato alla sperimentazione della metodologia e ottenuto la validazione degli apprendimenti maturati nei 12 mesi di Servizio Civile. Per ulteriori dettagli su questo progetto, si veda il report Isfol (pag. 233-245).
I tools di riconoscimento delle competenze fino ad ora sviluppati da progetti finanziati da Erasmus+ si concentrano in misura significativa su due aree:
- skills rilevanti per l’occupabilità dei giovani;
- skills di cittadinanza attiva;
- skills rilevanti per lo sviluppo personale.
E’ lo sviluppo di questo tipo di skills, quindi, l’effetto maggiormente atteso nei progetti di youth work che offrono ai giovani esperienze di mobilità giovanile, volontariato, e partecipazione attiva in progetti di iniziativa giovanile (nel tempo libero, i servizi alla comunità, l’innovazione sociale, l’arte e la cultura, lo start-up di nuove imprese ecc.).
Anche le competenze attese e sollecitate dall’esperienza del Servizio Civile Universale si focalizzano sia sull’area delle competenze civiche e sociali, sia sull’impatto occupazionale. Nella guida alla predisposizione dell’attestazione conclusiva sulle competenze maturate dal giovane volontario:
- capacità in relazione alla gestione del progetto specifico in relazione all’organizzazione ospitante e al territorio in cui si è operato;
- competenze sociali e civiche richiamate dalla Raccomandazione del Consiglio Ue del 22/5/2018 (2018/C 189/01) (partecipazione attiva alla vita civica e sociale, rispetto dei valori comuni dell’Europa, capacità di contribuire all’interesse pubblico, rispetto dei diritti umani, sostegno alla diversità sociale e culturale, parità di genere, stili di vita sostenibile, cultura di pace e non volenza, rispetto della privacy, responsabilità in campo ambientale)
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