6.2 Governance interventi istituzioni politiche in tema di giovani e formazione
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La Costituzione della Repubblica italiana stabilisce che la scuola è aperta a tutti e che la scuola obbligatoria è gratuita (art. 34). Il sistema educativo di istruzione e di formazione italiano è organizzato in base ai principi della sussidiarietà e dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. Lo Stato ha competenza legislativa esclusiva per le ‘norme generali sull'istruzione’ e per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Lo Stato, inoltre, definisce i principi fondamentali che le Regioni devono rispettare nell'esercizio delle loro specifiche competenze. Le Regioni hanno potestà legislativa concorrente in materia di istruzione ed esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale. Le istituzioni scolastiche statali hanno autonomia didattica, organizzativa e di ricerca, sperimentazione e sviluppo.
Il 9 gennaio 2020, il Governo ha approvato il Decreto-Legge n. 1 che istituisce due distinti Ministeri: il Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) e il Ministero dell'Istruzione (MI).
Il Ministero dell’Università e della ricerca (MUR) è preposto all'amministrazione dell'università e alla ricerca scientifica e tecnologica del Paese. Esso è costituito da Direzioni generali che si occupano di una pluralità di materie Università, Sviluppo della Ricerca, Diritto allo Studio, Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica, Strategie e Sviluppo dell'internazionalizzazione della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Consulenza, Studio e Ricerca, Personale e gli Affari Generali. Nel corso degli anni, inoltre, sono stati istituiti diversi organi di rappresentanza, consultivi e di valutazione, tra questi il Consiglio Universitario Nazionale (CUN), organo elettivo di rappresentanza delle istituzioni autonome universitarie e il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), organo consultivo di rappresentanza degli studenti universitari.
Il Ministero dell’Istruzione svolge funzioni relative all’attuazione degli ordinamenti scolastici e all’organizzazione generale dell’istruzione scolastica, alla definizione degli obiettivi formativi e allo stato giuridico, economico e previdenziale del personale della scuola. Inoltre, esso ha in carico la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, svolge funzioni relative alla politica finanziaria, agli acquisti, alla gestione delle risorse umane dell’amministrazione scolastica, alla gestione dei sistemi informativi. L'Ufficio Scolastico Regionale è un ufficio periferico del Ministero dell'istruzione articolato, per funzioni e sul territorio, con sedi a livello provinciale (Ambiti territoriali). L'Ufficio Scolastico Regionale vigila sul rispetto delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni, sull'attuazione degli ordinamenti scolastici, sui livelli di efficacia dell'azione formativa e sull'osservanza degli standard programmati. Inoltre, cura l'attuazione, nell'ambito territoriale di propria competenza, delle politiche nazionali per l'offerta formativa integrata, l'educazione degli adulti, nonché l'istruzione e formazione tecnica superiore e i rapporti scuola-lavoro.
Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione è l’organo di garanzia dell'unitarietà del sistema nazionale dell'istruzione. Ha compiti di supporto tecnico-scientifico per l'esercizio delle funzioni di governo nelle materie di “istruzione universitaria, ordinamenti scolastici, programmi scolastici, organizzazione generale dell'istruzione scolastica e stato giuridico del personale” (legge 59/1997, articolo 1, comma 3, lettera q). Il Consiglio formula proposte e rilascia pareri obbligatori e facoltativi. È composto da 36 membri, la metà dei quali eletti fra gli insegnanti, i dirigenti scolastici e il personale amministrativo, mentre l'altra metà dei componenti è nominata dal Ministro.
Inoltre, sempre a livello centrale, operano l'Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione) e l'Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa).
L'Indire, che con l'Invalsi e il corpo ispettivo del Mi-Mur, è parte del Sistema Nazionale di Valutazione, ha sede a Firenze ed è articolato a livello periferico in tre nuclei territoriali aventi sede rispettivamente a Torino, Roma e Napoli.
L'Indire vanta una consolidata esperienza nel campo della ricerca e della documentazione educativa e nell'utilizzo delle nuove tecnologie per la formazione in servizio del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario e dei dirigenti scolastici, e nell'ambito del Sistema Nazionale di Valutazione ha il compito specifico di supportare le istituzioni scolastiche nei processi di miglioramento e di innovazione educativa. Inoltre, nelle materie di competenza partecipa alle iniziative internazionali e collabora con le regioni e gli enti locali, anche per la realizzazione delle misure di sistema nazionali in materia di istruzione per gli adulti e di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS). Collabora con il Ministero per il monitoraggio annuale dell'offerta di educazione degli adulti.
Per quanto riguarda i percorsi triennali di istruzione e formazione (IFP), l'agenzia di riferimento per le attività di ricerca, i monitoraggi sui percorsi formativi, le politiche e i governi dei sistemi e l'assistenza tecnica alle Regioni è l’Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (Inapp). È un ente di ricerca pubblico, sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L'istituto, nello specifico, opera nel campo della formazione, delle politiche sociali e del lavoro. Promuove e svolge attività di studio, ricerca, sperimentazione, documentazione, informazione e valutazione, consulenza e assistenza tecnica. Fornisce un supporto tecnico scientifico al Ministero del Lavoro e ad altri Ministeri, alle Regioni e alle Province, alle istituzioni nazionali e internazionali. Svolge inoltre ruolo di assistenza per le azioni di sistema del Fondo Sociale Europeo.
A livello di istruzione terziaria il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) e il Consiglio Nazionale per l'alta formazione artistica e musicale (CNAM), rispettivamente per il settore universitario e l’Alta formazione artistica e musicale, hanno il compito di formulare pareri e proposte su materie di interesse generale, con particolare riguardo alla programmazione, all'approvazione dei regolamenti didattici, al reclutamento dei professori e dei ricercatori. Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), è l'organo rappresentativo degli studenti a livello nazionale, con compiti consultivi e propositivi su materie di interesse generale per l'Università.
Le funzioni di garanzia di qualità del sistema universitario sono svolte dall'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), un ente pubblico vigilato dal Ministero dell'Istruzione.
Infine, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) esprime il proprio parere sulla determinazione, per ogni triennio, degli obiettivi del sistema universitario e la destinazione delle risorse finanziare fissati dal Ministero.
Le Regioni hanno una competenza legislativa concorrente in materia di istruzione e la competenza esclusiva in materia di istruzione e formazione professionale (IFP), sia per la programmazione che per la gestione ed erogazione dell'offerta formativa attraverso strutture accreditate. Le Regioni esercitano queste competenze in stretta collaborazione, attraverso la Conferenza unificata Stato/Regioni, con il Ministero dell'istruzione, il Ministero dell'Università e della ricerca e con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che definiscono i livelli essenziali delle prestazioni riferiti, rispettivamente, al sistema di istruzione e al sistema di formazione professionale. La competenza regionale abbraccia gli interventi volti al primo inserimento, compresa la formazione tecnica e professionale superiore, il perfezionamento e la riqualificazione professionale, la formazione continua, ecc. Detti interventi riguardano tutte le attività formative volte al conseguimento di una qualifica, di un diploma di qualifica superiore o di un credito formativo, ma non consentono il conseguimento di un titolo di studio, anche se sono comunque certificabili ai fini del conseguimento di tali titoli.
Inoltre, spettano alle Regioni la programmazione della rete scolastica sulla base dei piani provinciali, la determinazione del calendario scolastico, i contributi alle scuole non statali, il diritto allo studio universitario.
Le Regioni svolgono le funzioni di loro competenza in materia di istruzione e formazione attraverso gli Assessorati all'Istruzione e Formazione (che possono assumere denominazioni diverse nelle varie Regioni).
Le principali competenze delle Regioni in materia di istruzione e formazione professionale, possono anche essere ulteriormente delegate alle Province e ai Comuni, secondo una tendenza che vuole riservare alle Regioni funzioni di indirizzo, programmazione e controllo e sempre meno funzioni di gestione.
Le politiche del Governo italiano in favore delle giovani generazioni sono sostenute mediante le risorse del Fondo nazionale per le politiche giovanili (cfr. capitolo 1.7) al fine di promuovere il diritto dei giovani alla formazione culturale e professionale e alla partecipazione inclusiva alla vita democratica e sociale. Il Fondo è destinato a finanziare azioni e progetti sia di rilevante interesse nazionale sia destinati al territorio.
Alcune fonti di finanziamento su progetti intersettoriali sono collegate alle leggi o programmi regionali sui giovani approvati negli ultimi anni. Si segnalano in particolare per la Regione Piemonte la Legge regionale n. 6 del 01 marzo 2019 alla quale rimandano specifiche iniziative, progetti e bandi. La Legge Regionale 9 Aprile 2009 N. 6 Promozione delle Politiche per i minori e i giovani della Regione Liguria. La Legge regionale n.14 del 2008 ‘Norme in materia di politiche per le giovani generazioni’ della Regione Emilia Romagna che possiede uno specifico portale su giovani e il progetto Patto Giovani Più.
Giovanisì, è il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani. Un sistema di opportunità strutturato in 7 macro aree: tirocini, casa, servizio civile, fare impresa, studio e formazione, lavoro e Giovanisì+ (partecipazione, cultura, legalità, sociale e sport). I destinatari del progetto sono giovani fino a 40 anni e le opportunità, oltre 50, sono finanziate con risorse regionali, nazionali ed europee. La Regione Puglia, nell’ambito delle proprie competenze, in armonia con la Costituzione e nel rispetto delle disposizioni europee e nazionali, in particolare la legge 28 agosto 1997, n. 285 (Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza), ha approvato la Legge Regionale 7 luglio 2020, n. 14 ‘Misure regionali in favore degli adolescenti’ rivolta a tutti i giovani compresi tra i 14 e i 19 anni, in forma singola o associata anche in gruppi informali, residenti sul territorio regionale, anche se non in possesso della cittadinanza italiana.
Il Programma Operativo 2014-2020 della Regione Puglia promuove la formazione, l’accesso al mondo del lavoro e la creazione d’impresa dei giovani attraverso diverse iniziative. Tra i progetti e i programmi su scala regionale si ricordano inoltre il progetto ‘GenerAzioni - La Regione Lazio per i Giovani’ che risponde all’obiettivo di promuovere la creatività e l’impegno giovanile attraverso il sostegno economico e formativo a progettualità sviluppate nell’ambito dell’innovazione culturale, sociale e tecnologica. L’intervento si propone di coniugare le politiche culturali e sociali per i giovani con quelle per il lavoro, declinandole a livello locale, in maniera tale da divenire anche fattore di sviluppo locale’. Il Bando Vitamina G (2020) che si pone gli obiettivi di: infondere fiducia e dare responsabilità a una nuova generazione nel diventare protagonista dello sviluppo della propria comunità e del proprio territorio; per il tessuto associazionistico giovanile della Regione: rafforzare la creazione di un ecosistema regionale di organizzazioni giovanili, rendendo i progetti realizzati buone pratiche per farle divenire modello trasferibile per altri gruppi anche in altri contesti territoriali; per i cittadini del Lazio: rendere il fermento e l’attivismo giovanile uno strumento e risorsa per la riattivazione dei territori.
La Lombardia ha avviato alcune iniziative in tema di promozione del protagonismo giovanile che prevedono una pagina web interamente dedicata alle iniziative di Regione Lombardia per gli under 35; un Gruppo di lavoro giovani, per condividere con tutte le Direzioni Generali di Regione Lombardia temi strategici e aree di priorità di intervento per i giovani. Caposaldo della politica regionale sui giovani è l’iniziativa ‘La Lombardia è dei giovani’ a sostegno di progetti su tutto il territorio lombardo per la partecipazione e l’autonomia dei giovani. Nel portale dedicato è consultabile la mappatura Progetti finanziati da Regione Lombardia sui giovani insieme al Documento strategico giovani, frutto anch’esso della collaborazione tra Direzioni Generali, per presentare gli orientamenti e le prospettive sul tema delle politiche giovanili
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