7.3 Sport, forma fisica dei giovani e attività fisica

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  1. Strategie nazionali
  2. Promozione e sostegno dello sport e dell'attività fisica tra i giovani
  3. Educazione fisica nelle scuole
  4. Collaborazione e partnership

1. Strategie nazionali

Le strategie per la promozione dello sport e del benessere fisico e mentale sono in linea con il Piano d’azione globale dell’OMS e con le politiche dell’Unione Europea, che tengono in considerazione tutti i fattori che influenzano l’attività fisica in un’ottica intersettoriale.

Pertanto, la promozione dell’attività fisica vede coinvolti vari attori: il Dipartimento per lo Sport, il Ministero della salute, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e il sistema sportivo, che include il mondo dell’associazionismo.

La disciplina dell’ordinamento sportivo è materia concorrente tra Stato e Regioni (art. 117 della Costituzione). Spetta pertanto allo Stato determinarne i principi fondamentali e disciplinare lo sport agonistico (D.Lgsl. 242/99 e del DL 138/2002), mentre Regioni e Provincie autonome possono legiferare in materia.

Inoltre, il sistema sportivo italiano sta attraversando un processo di riforma e riorganizzazione delle competenze volto a rafforzarne l’efficacia e l’efficienza.

Nel luglio 2020, (con decreto del Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport) è stato istituito, nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento per lo sport che ha il compito di coordinare l’azione politica in materia di sport a supporto del Presidente del Consiglio o dell’Autorità politica delegata.  

Nel 2018 la legge 145/2018 ( art. 1, comma 629) ha istituito "Sport e Salute S.p.a.” In base al proprio Statuto, la Società produce e fornisce servizi di interesse generale a favore dello sport, secondo le direttive e gli indirizzi dell’Autorità politica competente.

Nell’aprile 2020, il Ministro per le politiche giovanili e lo sport ha emanato un Atto di indirizzo  per il triennio 2020-2022 che definisce le politiche pubbliche nel settore della promozione dello sport e gli obiettivi della Società Sport e Salute. Nel richiamare le Linee Programmatiche per lo Sport illustrate dal Ministro al Parlamento, l’atto di indirizzo si basa sul binomio “sport - salute”, ed individua i giovani, le donne e tutti coloro che si trovino in situazioni di svantaggio quali principali beneficiari dell’azione di governo.

L’atto di indirizzo è suddiviso in 4 aree strategiche:

  1. “Azioni per fronteggiare l’emergenza sanitaria e socioeconomica connessa all’epidemia da Covid-19”.
  2. “Modernizzazione e promozione dell’efficienza del sistema sportivo”. Tale area prevede incentivi alle Federazioni sportive nazionali che promuovano:
  • l’inclusione sociale di soggetti con disabilità;
  • stili di vita sani e la lotta all’obesità infantile;
  • il potenziamento sport nella scuola come lotta all’emarginazione e alle varie forme di dipendenze;
  • l’inclusione culturale;
  • la prevenzione di discriminazioni, violenza e odio razziale;
  • l’attività sportiva intesa come aggregazione sociale.
  1. “Incremento del valore sociale, scientifico, educativo ed etico dello sport, innalzamento dei livelli di inclusione, educazione e promozione del benessere psico-fisico delle persone”. In tale ambito, la Società Sport e Salute deve promuovere lo sport quale strumento per migliorare la condizione giovanile, coinvolgendo i giovani nella pianificazione di risposte innovative ai bisogni della comunità, e promuovere l’attività sportiva nelle scuole. La Società è altresì incaricata di dare piena attuazione al Piano di lavoro della UE per lo Sport 2017-2020.
  2. “Dimensione economica dello sport; iniziative connesse allo sviluppo e promozione dello sport tech-industry-economy e dell’occupazione attraverso lo sport”.

La Società Sport e Salute ha elaborato un Action Plan 2020-2022 che si basa sull’Atto di indirizzo e sulle linee programmatiche del Ministro per le politiche giovanili e lo sport. L’Action Plan promuove lo stato di salute e benessere della popolazione attraverso la pratica sportiva e l’attività fisica in tutte le fasi della vita dell’individuo, singolarmente o in gruppo, all’interno di un contesto di rafforzamento della coesione sociale.

Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) è un Ente pubblico cui è demandata l'organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale, promuovendo la massima diffusione della pratica sportiva. È la Confederazione delle Federazioni Sportive e delle Discipline Associate. Oggi il CONI è presente in 102 Province e 19 Regioni, riconosce 45 Federazioni Sportive Nazionali, 19 Discipline Associate, 14 Enti di Promozione Sportiva Nazionali e 1 territoriale, 20 Associazioni Benemerite. A questi organismi aderiscono circa 95.000 società sportive per un totale di circa 11 milioni di tesserati.

Occorre inoltre sottolineare l’importanza delle associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate ad uno o più degli organismi summenzionati. Infatti, l’associazionismo sportivo, è il vero motore dell’organizzazione sportiva sul territorio.

Inoltre, nell’ambito del Piano nazionale di prevenzione, il Ministero della Salute, in accordo con Regioni e Province autonome, promuove il programma nazionale “Guadagnare Salute. Rendere facili le scelte salutari” approvato con DPCM il 4 maggio 2007.  Guadagnare Salute rientra nella cornice della strategia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie croniche Gaining in health promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità.

L’obiettivo primario del Programma è quello di promuovere stili di vita sani agendo in modo integrato e coordinato sui quattro principali fattori di rischio delle malattie cronico-degenerative di grande rilevanza epidemiologica: fumo, alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica. Secondo il Programma questi fattori di rischio devono essere affrontati non solo dal punto di vista sanitario ma come veri e propri fenomeni sociali. La strategia di Guadagnare Salute identifica quattro programmi specifici:

2. Promozione e sostegno dello sport e dell’attività fisica tra i giovani

Il Dipartimento per lo Sport gestisce un “Fondo per interventi a favore delle associazioni sportive dilettantistiche, delle società sportive dilettantistiche e degli enti di promozione sportiva” istituito dal D.L. 87/2018 (art.13, comma 5), che dispone una dotazione di € 3,4 milioni nel 2018, di € 11,5 milioni nel 2019, di € 9,8 milioni nel 2020, di € 10,2 milioni nel 2021, di € 10,3 milioni nel 2022, di € 5,6 milioni nel 2023 e di € 5,2 milioni annui a decorrere dal 2024. 

Nel 2020, il decreto per l’elargizione dei contributi ha stabilito il finanziamento di programmi miranti a:

  • promuovere la pratica sportiva, anche al fine di incentivare i valori delle pari opportunità, il contrasto ad ogni forma di discriminazione ed aumentare l'integrazione dei disabili, delle minoranze etniche, degli immigrati e di altri gruppi vulnerabili;
  • promuovere la pratica sportiva nelle palestre delle scuole di ogni ordine e grado anche per attività pomeridiana e extra-curricolare;
  • incentivare stili di vita sani attraverso lo svolgimento della pratica sportiva anche tra gli studenti che versano in condizioni di disagio socio-economico.

Il Dipartimento dello Sport dispone inoltre di un «Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano» creato con L. 205/2017 (art. 1, comma 369). Al Fondo sono state attribuite risorse pari a € 12 milioni per il 2018, €7 milioni per il 2019, € 8,2 milioni per il 2020 e €10,5 milioni a decorrere dall'anno 2021.

Tali risorse sono destinate a finanziare progetti collegati a una delle seguenti finalità:

  1. incentivare lo sport delle persone disabili;
  2. sostenere la realizzazione di eventi sportivi di rilevanza internazionale;
  3. sostenere la maternità delle atlete non professioniste;
  4. garantire il diritto di praticare lo sport come forma principale di sviluppo della personalità dei bambini anche attraverso l'attuazione di campagne di sensibilizzazione;
  5. sostenere la realizzazione di eventi sportivi femminili di rilevanza nazionale e internazionale.

In riferimento alle attività sportive di base, alcune tra le associazioni maggiormente presenti a livello nazionale che si distinguono per inserire la formazione e la pratica sportiva nel quadro di una mission educativa sono le Polisportive Giovanili Salesiane (PGS), il Centro Sportivo Italiano (CSI)  e l’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP).

La rete di PGS e il CSI sono tra le principali associazioni educative nel settore sportivo orientate da una visione cristiana.

Prevalentemente integrate con le attività degli oratori cattolici, le 2183 PGS attive in tutta Italia coinvolgono 109.000 tesserati a livello nazionale. Nate negli anni ’60, le PGS hanno sviluppato nel tempo un approccio educativo in linea con il modello pedagogico salesiano, con una particolare attenzione alla dimensione comunitaria e al coinvolgimento attivo di famiglie, laici, educatori sportivi e religiosi. Nel 1979 il CONI riconosce le PGS come Ente di Promozione Sportiva. Come si legge nel sito ufficiale, obiettivo delle PGS è “sviluppare le dimensioni educative, culturali e sociali dell’attività sportiva, all’interno di un articolato progetto (...) ispirato alla visione cristiana, al sistema preventivo di Don Bosco e agli apporti della tradizione salesiana”.

Un’altra associazione sportiva di area Cattolica diffusa in tutto il territorio nazionale è il CSI (Centro Sportivo Italiano) nato negli anni ‘70. Come la rete delle Polisportive Giovanili Salesiane menzionate prima, anche il CSI – che riunisce 12.708 società sportive in 19 Regioni diverse – promuove lo sport come attività educativa basata esplicitamente sui valori della religione cristiana. L’orientamento ecclesiale del ruolo educativo del CSI e delle strutture aderenti è chiaramente esplicitato nel suo Statuto. I giovani rappresentano il suo principale pubblico di riferimento. Infatti, il 40% dei tesserati (che sono in totale 1.354.000) hanno meno di 20 anni e quasi la metà delle squadre sportive sono giovanili (18.426 su 40.142).

Infine, l’Unione Italiana Sport per Tutti (UISP) è un’associazione di promozione sociale e sportiva di cui fanno parte oltre un milione e trecento mila soci e 17000 società sportive affiliate. L’UISP nasce nel 1948 come organizzazione sportiva vicina ai partiti di sinistra. Sue finalità sono promuovere la cultura e pratica sportiva tra gli operati.

Durante gli anni ‘60 l’UISP inizia a sganciarsi progressivamente dall’influenza diretta dei partiti, fino ad essere riconosciuta negli anni ’70 dal CONI come Ente di Promozione Sportiva.

Come si legge dal suo sito ufficiale, l’UISP promuove “educazione, civismo, etica attraverso lo sport” quale “bene sociale che interessa la salute, la qualità della vita, l’integrazione, l’educazione e le relazioni tra le persone”.  Una specifica area è dedicata all’infanzia e ai giovani, con un approccio basato sulla peer education, l’autogestione e la logica di rete tra diversi attori locali (scuola, operatori socio-sanitari, enti pubblici locali, altre associazioni ecc.). 

3. Educazione fisica nelle scuole

Le Politiche sportive scolastiche promosse dal Ministero dell’Istruzione, attraverso la realizzazione di progetti di educazione fisica nelle scuole, sono volte a promuovere sani stili di vita e a valorizzare le diversità. Diventano, così, un insostituibile mezzo di prevenzione contro fenomeni di obesità, violenza, bullismo, discriminazioni razziali e di genere.

Le attività sono tese a:

  • diffondere una corretta cultura dello sport;
  • contrastare l’abbandono scolastico;
  • facilitare l’inclusione delle fasce più deboli della popolazione scolastica;
  • favorire la partecipazione attiva degli alunni con disabilità.

La Riforma della scuola, approvata con Legge 107/2015 (cd. riforma della buona scuola; cfr. capitolo 6), prevede all’ Art. 1, comma 7, lettera g), il “Potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con particolare riferimento all’alimentazione, all’educazione fisica e allo sport, e attenzione alla tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica”.

L’educazione fisica è una materia obbligatoria per un’ora a settimana nel curricolo della scuola primaria, e per due ore a settimana nella scuola secondaria.

L'insegnamento dell’educazione fisica concorre, con le altre componenti educative, alla formazione dei giovani, allo scopo di favorirne l’inserimento nella società civile.

Al fine di potenziare l’offerta di attività fisica in tutte le scuole, a partire dalla scuola dell’infanzia, la Società Sport e Salute in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione promuove il progetto “Sport a Scuola”. Tale progetto include modelli didattici innovativi per supportare le competenze dei docenti. Tra i progetti specifici, si segnalano:

  • Sport in classe. Il progetto è aperto a tutte le scuole primarie e assicura due ore settimanali di attività fisica. Comprende la figura del Tutor della Scuola Sportiva, laureato in Scienze Motorie o ISEF. Il Tutor collabora alla progettazione e realizzazione delle attività, supporta i docenti in palestra, per un’ora alla settimana, e svolge un ruolo centrale nello svolgimento dei Giochi di Fine Anno e dei “Campioni del fair play”, dedicati alla fiera gioco. All’interno del progetto, particolare attenzione è riservata alla formazione di docenti e tutor, ai quali vengono forniti strumenti educativi per lo sviluppo di programmi di attività motoria adatti all’inclusione di bambini disabili. Inoltre, è prevista una fornitura di attrezzatura sportiva per tutte le scuole che partecipano per la prima volta al progetto;
  • Scuole aperte allo sport. Il progetto è mirato alle scuole superiori e realizzato in collaborazione con le Federazioni Sportive nazionali. Mira a favorire lo sviluppo motorio globale, scoprire nuovi sport, promuovere i valori educativi dello sport, e offrire know-how e strumenti specifici.

L’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori, è una delle innovazioni introdotta dalla legge 107/2015. Si tratta di un’esperienza educativa, finalizzata ad offrire agli studenti occasioni formative attraverso un’esperienza lavorativa in una struttura ospitante. In questo contesto è stato riconosciuto agli studenti atleti di alto livello frequentanti le scuole secondarie superiori, la possibilità di assolvere attraverso l’impegno sportivo, agli obblighi previsti dalla suddetta legge. Tale strumento attribuisce all’attività sportiva praticata ad alto livello lo sviluppo di competenze utili all’inserimento nel mondo del lavoro.

4. Collaborazione e partenariati

L’Atto di indirizzo  per il triennio 2020-2022 che definisce le politiche pubbliche nel settore della promozione dello sport dispone che la Società Sport e Salute interagisca con il Ministero dell’istruzione al fine di promuovere l’attività sportiva nella scuola primaria e secondaria come mezzo per prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo, dell’uso di sostanze stupefacenti e alcool, delle ludo-patie e dell’Internet Addiction Disorder, e con il Ministero dell’università e della ricerca, per elaborare proposte per rafforzare i percorsi universitari connessi allo sport.

Il “Fondo per interventi a favore delle associazioni sportive dilettantistiche, delle società sportive dilettantistiche e degli enti di promozione sportiva” gestito dal Dipartimento per lo sport (cfr. paragrafi precedenti) finanzia attività di pratica sportiva nelle scuole di ogni ordine e grado.

Inoltre, il Dipartimento per lo sport opera in sinergia con le altre amministrazioni centrali e regionali, con le amministrazioni locali, con le scuole, le comunità locali, il sistema sportivo, le fondazioni e le associazioni no profit per progettare e realizzare interventi strutturati e coordinati per la promozione dell'attività fisica, soprattutto per i giovani e per diffondere la cultura della vita attiva come strumento fondamentale per il benessere fisico e mentale.

Il 3 novembre 2021 è stato adottato, con Accordo Stato-Regioni, il documento recante le “Linee di indirizzo sull’attività fisica. Revisione delle raccomandazioni per le differenti fasce d’età e situazioni fisiologiche e nuove raccomandazioni per specifiche patologie”, redatto dal Tavolo di lavoro per la promozione dell’attività fisica e la tutela della salute nelle attività sportive, istituito con Decreto del Ministro della salute 25 luglio 2019 e successive modifiche e integrazioni. Il documento approfondisce il tema dell’importanza dell’attività fisica nella prevenzione e nella gestione delle principali malattie croniche non trasmissibili (malattie cardio-cerebrovascolari, oncologiche, respiratorie e psichiatriche) quale “strumento terapeutico” necessario per migliorare lo stato di salute fisica e mentale, nonché per garantire un maggiore benessere della popolazione e una migliore qualità della vita. Il documento include anche una riflessione su come “poter rimettere in moto” la popolazione nella fase post pandemica e su come poter costruire possibilità e opportunità di pratica dell’attività fisica tenendo conto anche degli ostacoli e delle restrizioni imposte dalla situazione emergenziale.

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