Intervista a Laura Massoli sul valore del Servizio civile universale

La dott.ssa Laura Massoli, Coordinatrice dell’Ufficio per il Servizio Civile Universale risponde alle domande della Redazione


Ci racconta qual è la situazione del Servizio Civile Universale nel 2022 Anno europeo dei giovani?

Il Servizio Civile Universale è una realtà ben radicata nel nostro Paese con quasi mezzo secolo di storia[1] e rappresenta una straordinaria opportunità di crescita personale e professionale per i giovani. Migliaia di ragazze e i ragazzi, ogni anno, base volontaria, decidono di dedicare parte del loro tempo per promuovere i valori fondanti della nostra Repubblica partecipando ai progetti di solidarietà e assistenza, di cooperazione allo sviluppo, di tutela del patrimonio artistico e di protezione dell’ambiente. Si tratta di valori che godono del giusto riconoscimento delle istituzioni, a tutti i livelli di governance, e che sono motivo di orgoglio per tutte le volontarie e i volontari impegnati nella difesa non armata del Paese. Penso, a titolo di esempio, all’ormai tradizionale partecipazione dei giovani del Servizio Civile Universale alla parata del 2 giugno per la Festa della Repubblica, alle tante occasioni di incontro/dibattito che vedono le volontarie e i volontari del Servizio civile universale interlocutori privilegiati dei vertici degli organi costituzionali e all’istituzione nel 2020, della Giornata Nazionale del Servizio Civile Universale, fissata il 15 dicembre di ogni anno.

Nell’Anno europeo dei giovani (2022) ci troviamo in una fase particolarmente importante per il Servizio Civile Universale: da un lato, anche grazie alle risorse del PNRR, abbiamo pubblicato un bando per oltre 64 mila posti di operatore volontario – il più alto numero mai reso disponibile; dall’altro, i grandi cambiamenti sociali e istituzionali in essere ci chiedono di innovare il sistema del servizio civile, pur tenendone fermi i valori fondanti della sua istituzione. Ed è per questo che con tutti gli attori – le Regioni, gli Enti locali, la Consulta nazionale per il servizio civile universale, la Rappresentanza degli operatori volontari, gli Enti di servizio civile e le altre amministrazioni coinvolte – vogliamo lavorare in maniera condivisa per garantire numeri e risorse importanti per il sistema del servizio civile quale opportunità di crescita civica per i nostri giovani.

Il Servizio civile, anche durante le fasi più acute della pandemia, non si è fermato, mostrando un’alta capacità di resilienza e flessibilità da parte dei giovani, degli enti e del Dipartimento. Da questa esperienza che lezioni abbiamo appreso?

Durante la fase più acuta del Covid c’erano 30 mila operatori volontari in servizio e quando si è bloccato il Paese, a marzo 2020, si sono temporaneamente fermati anche loro, ma dopo un mese si è riusciti a farne ripartire almeno una parte e poi, grazie al Piano di riattivazione adottato nell’aprile 2020[2] dal Dipartimento in accordo con i partner istituzionali e le rappresentanza di Enti e operatori volontari, sono ripartiti circa 23 mila giovani per proseguire le attività in aiuto ad anziani, persone con disabilità, minori e bambini del sistema scolastico, Comuni e centri di Protezione civile. Li abbiamo visti alle prese con la consegna di beni di prima necessità, ma anche impegnati a offrire assistenza da remoto, garantire ascolto e conforto a chi era solo, gestire servizi informativi per la cittadinanza. Credo che questo ci dia la cifra della grande forza d’animo che motiva i giovani impegnati nei progetti di Servizio Civile a stare vicino a chi vive il disagio sociale, ma che sia anche la prova del fatto che le crisi non ostacolano la solidarietà, anzi la rafforzano, creando sinergie nuove e diverse, che solo un grande lavoro di squadra può supportare.

Quali sono le sfide del PNRR relativamente al sistema “Servizio Civile Universale”?

Il Servizio Civile è presente nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito di due Missioni dal valore fortemente strategico.

Il Servizio Civile Universale è un investimento di cui il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale è titolare nel quadro della Missione 5 “Inclusione e coesione”, con una dotazione finanziaria complessiva pari a 650 milioni di euro per i cicli di programmi 2021, 2022 e 2023.

Questo investimento[3] mira a stabilizzare il numero di operatori volontari e a promuovere l’acquisizione di competenze chiave per l’apprendimento permanente, incrementando di 120 mila unità il numero dei giovani che compiono un percorso di apprendimento non formale per lo sviluppo di competenze trasversali. Gli obiettivi generali dell’investimento possono essere sintetizzati così:

  1. incrementare il numero di giovani ammessi al Servizio Civile Universale al fine di aumentare la loro preparazione ed essere maggiormente orientati allo sviluppo del proprio percorso professionale;
  2. aumentare la consapevolezza tra i giovani circa l’importanza ricoperta dalla cittadinanza attiva come strumento utile all’inclusione sociale e all’ingresso nel modo del lavoro;
  3. rafforzare i progetti collegati alle comunità locali, al fine di rendere il paese più resiliente dal punto di vista economico e sociale.

Nel corso del 2022-2023 tale progettualità si arricchisce dell’apporto di un ulteriore progetto che mira a semplificare e razionalizzare l’istituto. Il progetto, denominato “Unlocking Youth Employment Opportunities: Supporting Design and Implementation of the Universal Civil Service RRP Project, Removing Barriers to Maximize Impact”, utilizza fondi del “Technical Support Instrument” (TSI) promosso dalla Commissione europea ed è condotto in collaborazione con l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Nell’ambito della Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, invece, è prevista la misura relativa al Servizio Civile Digitale che vede questo Dipartimento nel ruolo di soggetto attuatore, con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del consiglio dei ministri quale soggetto titolare. Il sub-Investimento “Servizio Civile Digitale”[4], dispone di 55 milioni di euro e concorre a realizzare l’obiettivo europeo (entro giugno 2026) di coinvolgere un milione di cittadini a partecipare a iniziative di formazione erogate da enti certificati, coinvolgendo proprio gli operatori volontari del servizio civile digitale. Sul campo si conta di formare  9.700 giovani entro il 2025 nel campo delle digital skills.

L’esperienza del Servizio Civile universale è utile per entrare nel mondo del lavoro?

Come sappiamo, l’Italia detiene il triste primato in Europa per la percentuale più alta di giovani nella fascia di età 15-34 anni non occupati e non impegnati in nessun percorso formativo (i cd NEET). Il Servizio Civile, pur non essendo istituito per produrre effetti diretti sull’occupazione, rappresenta senz’altro una marcia in più per i giovani impegnati in esperienze di cittadinanza attiva e volontariato. Una recente indagine realizzata dall’Istituto Nazionale di Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP) evidenzia una significativa incidenza sull’indice di occupabilità[5], direttamente correlato alla probabilità di trovare lavoro, ossia di favorire l’occupazione, per i giovani che hanno intrapreso questa esperienza.

In questa ottica, il Dipartimento ha voluto puntare, nell’avviso 2022 di presentazione dei programmi e progetti di servizio civile, sulla certificazione delle competenze, quale leva ulteriore per garantire maggiori possibilità ai giovani che intraprendono questo percorso. Ed è per questo che è nostra intenzione lavorare con INAPP, con le Regioni e con gli Enti di servizio civile per definire le competenze tipiche del servizio civile, così da valorizzare ulteriormente un’esperienza unica per i giovani.

Un servizio civile effettivamente universale rimarrà un sogno o ci sono delle possibilità che prima o poi si avveri?

La riforma introdotta con il decreto legislativo 6 marzo 2017, n. 40[6], concernente l’istituzione e la disciplina del servizio civile universale, ha modificato sensibilmente il sistema del Servizio civile nazionale precedentemente vigente. Nell’intenzione del legislatore vi era rendere il servizio civile accessibile a tutti i giovani che ne fanno domanda e, negli anni, molti sono stati i progressi in tal senso stabilizzando le risorse e includendo diverse fonti di finanziamento, a partire da quelle europee. La riforma non è ancora giunta pienamente a compimento ma la quota di giovani che non accede al servizio civile per carenza di posti va negli anni riducendosi.

Del resto, il carattere di universalità di questo istituto è connesso anche ad altri fattori, come ad esempio quello di assicurare alta qualità progettuale su tutto il territorio nazionale e nei più svariati settori, in modo da evitare il più possibile situazioni in cui, a fronte di programmi/progetti con un eccesso di domande rispetto ai posti a diposizione, vi siano poi programmi/progetti senza un numero sufficiente di candidature per la loro attivazione.

In generale, il tema della rimozione delle barriere e degli ostacoli alla piena partecipazione al servizio civile è proprio oggetto di studio specifico nell’ambito del progetto dell’OCSE, finanziato con risorse del TSI, citato poc’anzi.

Molto ancora si può fare in termini di coinvolgimento dei giovani, inclusi i giovani con minori opportunità, anche fornendo occasioni per la loro partecipazione attiva ai processi decisionali, ad esempio attraverso la compilazione del questionario al termine dell’esperienza di servizio oppure attraverso consultazioni online quale quella proposta nei mesi passati in relazione al futuro dell’Europa.

I giovani protagonisti della sfida digitale e green: come porterete avanti le sperimentazioni del Servizio digitale e del Servizio ambientale?

Le nuove sfide del Servizio civile digitale e del Servizio civile ambientale sono già in corso, attraverso partnership importanti con i centri di competenza nazionale, rispettivamente il Dipartimento per la trasformazione digitale e il Ministero della Trasformazione Ecologica. Mentre per il digitale era già partita una sperimentazione prima che fosse inserito tra gli obiettivi del PNRR, per il Servizio Civile Ambientale siamo a buon punto sul piano procedurale: è stato sottoscritto l’accordo quadro con il MiTE ed è stato pubblicato il bando 2022 per ingaggiare i giovani su nuovi programmi e progetti connessi alla green economy.

È nostra intenzione, per sostenere ulteriormente queste sperimentazioni che affrontano sfide strategiche come quelle della transizione digitale ed ecologica, lavorare insieme agli enti di servizio civile attraverso interventi articolati di capacity building volti a sviluppare la capacità di progettare e impegnarsi in questi ambiti che costituiscono frontiere importanti di crescita per i giovani.

 

[1]Per un rapido excursus sull’evoluzione nel tempo di questo importante istituto si rimanda alla consultazione della sezione storia del sito web del Dipartimento (https://www.politichegiovanili.gov.it/servizio-civile/storia/).

[2]È possibile consultare la Circolare del 3 aprile 2020 adottata sulla base del DM del 3 aprile 2020 per assicurare, attraverso procedure semplificate ed accelerate, la riattivazione dei progetti di servizio civile universale nella sezione normativa del sito web del Dipartimento (https://www.politichegiovanili.gov.it/normativa/).

[3] Tutte le informazioni relative alla Missione 5 Componente C1 – Misura I2.1 Investimento 4 “Servizio Civile Universale” (M5C1.2 – I2.1) sono disponibili nel portale Italia Domani al seguente link: https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/servizio-civile-universale.html

[4]Tutte le informazioni relative alla Missione 1 Componente C1 – Misura I1.7 sub-Investimento 1 “Servizio Civile Digitale” (M1C1.1 – I1.7) sono disponibili nel portale Italia Domani al seguente link: https://italiadomani.gov.it/it/Interventi/investimenti/competenze-digitali-di-base.html.

[5] Cfr. Federica De Luca, Il Servizio Civile come politica efficace per i giovani nel quadro del Next Generation EU, in "Politiche Sociali, Social Policies" 1/2022, pp. 31-60 (https://www.rivisteweb.it/doi/10.7389/104072).

[6]DLgs n. 40 del 2017 “Istituzione e disciplina del servizio civile universale, a norma dell’art. 8 della legge 6 giugno 2016, n. 106” (https://www.normattiva.it/eli/id/2017/04/03/17G00053/CONSOLIDATED).